Il Movimento dei Forconi, dopo la batosta elettorale, torna in piazza con il dichiarato obiettivo di raccogliere nuovi consensi
Movimento dei forconiIl Movimento dei forconi torna a minacciare di paralizzare la penisola, partendo dal sud Italia
Il Movimento dei Forconi e gli aderenti al movimento forza d’urto che riunisce anche esponenti di altre categorie produttive in Sicilia hanno deciso di tornare in varie piazze del Paese con iniziative di protesta, dichiaratamente mirate ad aggregare nuovi consnti dopo i deludenti risuletati elettorali alle Regionali 2012.
Il Movimento dei Forconi a gennaio dell’anno scorso aveva promosso un blocco dei TIR che paralizzò la penisola per cinque giorni. Al momento non sono previsti blocchi, ma soltanto azioni di volantinaggio e sit-in di protesta, ma uno dei più carismatici portavoce del movimento, Mariano Ferro, dice: “Nessuno, mi dicono i miei, si accorge di un volantinaggio, sarebbe uno sfogo per poi tornare a casa con i problemi non risolti. E quando non hai i soldi per mangiare se non ci sono risposte c’è soltanto la disperazione, che ti spinge a combattere, a lottare”, infine si rivolge al governatore Crocetta e al Movimento 5 stelle: “Basta proclami presidente – afferma – va bene l’abolizione delle province ma va rilanciata una volte per tutte la nostra economia, la nostra agricoltura. Siamo in un momento di crisi straordinaria e dunque ci vogliono provvedimenti straordinari altrimenti, qui siamo destinati a morire. Questo discorso vale pure per il movimento di Beppe Grillo, in grado di condizionare il governo regionale”.
Ieri c’è stato un sit-in con relativo volantinaggio al casello di San Gregorio sull’autostrada A19, la Catania-Messina, con tanto 90 sedie messe in cerchio (una per ogni consigliere regionale), sorvegliato dalle forze dell’ordine, ma svoltosi comunque molto tranquillamente senza alcun problema per l’ordine pubblico.
Il Movimento dei Forconi punta il suo j’accuse contro il governo e contro le associazioni di categoria, accusate di non rappresentare degnamente il settore, ma di essere soltanto un punto di raccordo tra le istituzioni e i grandi consorzi creati ad hoc (sempre secondo i portavoce del movimento) per beneficiare dei contributi pubblici all’autotrasporto.
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