E’ deceduto dopo otto giorni di agonia è deceduto all’ospedale l’esodato che il giorno 11 Agosto si era dato fuoco di fronte al Parlamento per protestare contro la situazione di disoccupazione.
Nel corpo presentava 85 % delle ustioni e nonostante l’intervento dei soccorsi fu repentino, lo stato di salute dell’uomo era già compromesso. Dai carabinieri, che sono intervenuti, si è saputo che l’uomo si è presentato all’una di notte di fronte il palazzo di Montecitorio con una bottiglia di liquido infiammabile. Una volta versatoselo addosso e datosi fuoco con un accendino, si è lanciato verso l’ingresso della Camera dei Deputati. Gli agenti presenti in piazza sono intervenuti con degli estintori riuscendo a spegnere le fiamme. Ma l’uomo non ce l’ha fatta lo stesso.
Originario di Roma, ma trasferitosi a Forlì, Angelo di Carlo era un ex operaio che da anni lottava contro la precarietà. In seguito alla perdita di lavoro aveva grosse difficoltà economiche, con un figlio a carico, in seguito della morte della moglie, era impegnato in un contenzioso con tre fratelli per un’eredità.
Questo è solo l’ultimo dei casi tristemente noti che in questi anni abbiamo sentito nei ultimi due anni dall’inizio di questa crisi. Si attribuisce la totale responsabilità a quest’ultima ma sarebbe come offrire una causa indefinita ed intoccabile.
In realtà la situazione degli esodati è una problema che originato dai provvedimenti attuati dal governo attuale e del continuo sopravvalutare i problemi e le esigenze dei cittadini, come se si passasse una palla avvelenata da una mano all’altra. Tra le discussioni fatte sul numero esatto degli esodati, ancora si cerca di trovare una soluzione concreta per il problema scontrandosi non solo con l’indifferenza dei politici ma questa volta anche delle testate televisive. Infatti, la cosa che sconcerta è che di questo fatto non se ne è sentito nei telegiornali nazionali. Fatto questo che ci pone più di una domanda: Perché si chiude un occhio su fatti d’attualità, di questa portata, distogliendo l’attenzione pubblica su problematiche che vanno risolte? Perché non fanno notizia oppure gettano un cattivo sguardo nella politica?
Detto questo verrebbe da chiedersi: quanto è controllata l’informazione? – Articolo a Cura di Laura Santelli
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