Si pensava che la questione del lancio del missile in Nord Corea avrebbe avuto come attori a livello internazionali paesi come la Sud Corea, il Giappone, magari gli Stati Uniti, e invece c’è stato un protagonista internazionale di maggior rilevanza: twitter!
Il governo giapponese ha infatti mandato alcuni “tweet” in segnale di allerta per le possibile conseguenze del lancio del missile. I messaggi su twitter contenevano istruzioni per le procedure di emergenza che si seguono normalmente in caso di catastrofi naturali.
Il primo tweet è stato mandato su iniziativa dell’Ufficio del Primo Ministro circa alle ore 9,49 locali (1,49 ora italiana), a 7 minuti di distanza dall’accensione del razzo. Il messaggio su twitter più o meno diceva “informazioni sul lancio della Corea del Nord che ha sparato un missile verso sud. Seguiranno altri aggiornamenti”.
Da quel momento, ogni 2-3 minuti, sono stati inviati nuovi messaggi informativi su Twitter riguardanti il lancio, le conseguenze, la situazione del territorio giapponese, il sorvolo in elicottero da parte della polizia di Okinawa (durato dalle 10,10 alle 10,50 circa) e la caduta di alcuni pezzi (si pensa minimo 3). Pare infatti che un primo pezzo sia caduto nel Mar Giallo a 200 km dalla penisola coreana, mentre un secondo pezzo è caduto a 300 km dal primo in direzione sudovest, ed infine si ritiene che qualcosa sia anche caduto nel Pacifico, a circa 300 Km dalle Filippine.
Perché twitter? È il mezzo di comunicazione più veloce che ci sia e che arriva contemporaneamente al maggior numero di persone. Inoltre permette di dare informazioni anche a quelle fasce di popolazione (come i più giovani) che altrimenti da soli non si sarebbero nemmeno informati della questione del lancio: insomma, è stata una mossa vincente da parte del governo giapponese per cercare di mettere al sicuro l’intera popolazione con solo pochi click, soprattutto dopo la deludente reazione giapponese al test missilistico nordcoreano effettuato lo scorso aprile. In quell’occasione il sistema di informazione si era rivelato lento e maldestro e Yoshiko Noda, premier giapponese, aveva promesso che non sarebbe accaduto una seconda volta.
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