Approvata al Senato e pronta di nuovo per la Camera la legge che apre il matrimonio alle coppie omosessuali provoca dimostrazioni degli oppositori al matrimonio gay.
Matrimonio gay – Senato – atto secondo
…E la legge che apre al matrimonio gay, il matrimonio per tutti, non cessa di far parlare, e soprattutto di sollevare proteste che non sembrano aver nessuna intenzione di placarsi.
Dopo una prima approvazione alla Assemblea Nazionale, la camera dei deputati, il progetto di legge per il matrimonio gay: matrimonio e adozione per le coppie omosessuali è arrivato in Senato, dove anche qui è stato approvato ieri venerdì, per alzata di mano, e rispedito all’Assemblea Nazionale, con piccole modifiche non sostanziali, dove già il prossimo mercoledì sarà dibattuto in seconda lettura.
Questa rapida accelerazione del processo, la legge non era prevista fare ritorno prima del 20 maggio, è stata mal percepita e mal accettata dagli oppositori al matrimonio gay, e ne ha suscitato la loro ira.
Venerdì sera, poche ore dopo l’approvazione in Senato del progetto di legge a favore del “matrimonio per tutti”, una nuova manifestazione promossa da Frigide Barjot, leader di La Manif pour tous , “manifestazione per tutti” si è svolta a Parigi nel quartiere latino.
La leader alla partenza della manifestazione si è detta indignata per il voto al senato, “Ce vote au Sénat, ça s’appelle un hold-up de vote, un déni de démocratie”, rapina di voto, negazione della democrazia.
7500 partecipanti che hanno sfilato nelle frequentatissime vie di Saint Germain con le loro bandiere rosa e blu al grido di
“François, ta loi, on n’en veut pas !” “François, retire ta loi !” ou “Hollande dictateur !”
Tutti slogan contro Hollande “dittatore” e contro la sua legge che non vogliono e chiedono sia ritirata.
I manifestanti non sono per nulla pronti a demordere. Irritati per non essere ascoltati e ben lungi dall’idea di “abbassare le armi” e, rassegnati, zittirsi, promettono che continueranno a mobilizzarsi per mostrare che “una legge pur se votata non è necessariamente buona”.
Non sarebbe la prima volta che proteste contro leggi hanno continuato a essere portate avanti anche dopo la loro approvazione.
Tra i manifestanti si ricordano e si fa riferimento a leggi sulla scuola o sul contratto di prima assunzione “lois sur l’école libre e CPE (contrat première embauche di Dominique de Villepin) votate prima che il governo si decidesse a fare marcia indietro.
Ma che il presidente Hollande faccia marcia indietro su una delle sue promesse di campagna elettorale, uno dei suoi cavalli di battaglia di cui ha fatto una priorità, sembra quanto mai improbabile.
Momento di grande fragilità per il governo e per il presidente Hollande tra scandalo Cahuzac ( di cui si attendono ancora dimissioni ufficiali dall’Assemblea Nazionale) dubbi sulla trasparenza di deputati con conseguente tentativo di moralizzazione del mondo politico, e la crisi che imperversa, non c’è certo da attendersi un’apertura verso le proteste degli anti matrimonio gay, probabilmente se non sicuramente l’ultima delle preoccupazioni all’Eliseo.
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