Per Massimiliano Latorre e Salvatore Girone non sembra volgere al meglio il calvario giudiziario che li vede coinvolti in un procedimento a loro carico per aver sparato, uccidendoli, a due pescatori indiani a largo delle coste del Kerala, scambiati erroneamente per pirati.
Il governo italiano aveva presentato ricorso di giurisdizione alla corte suprema del Kerala, affermando cioè che l’autorità locale non avrebbe dovuto intervenire con l’apertura delle indagini nel tribunale locale perchè non competente in quanto l’evento si sarebbe verificato in acque internazionali. I giudici hanno respinto questa istanza affermando invece che la polizia del Kerala aveva l’autorità per avviare le indagini, in quanto l’incidente è avvenuto nelle acque territoriali che ricadono nella Zona Economica Esclusiva dell’India. La corte suprema indiana ha anche condannato il governo italiano al pagamento, per tale ricorso, di 100mila rupie, cioè circa 1500 euro.
Sarà quindi comunque l’autorità locale ha occuparsi del procedimento contro i due Marò italiani che non hanno ottenuto nemmeno la liberazione in attesa di giudizio. Si valuterà in Italia se presentare nuovamente ricorso o come intervenire altrimenti.
Una buona notizia arriva proprio dall’Italia: John Thekkekara, indiano originario del Kerala e da 25 anni residente in Italia, ha offerto all’Alta Corte un terreno del valore di 20 milioni di rupie (285.000 euro), come garanzia per la concessione della libertà dietro cauzione dei due marò. Lo scrive oggi il quotidiano “The Times of India”: il giornale spiega che Thekkekara è proprietario in Italia di una società di servizi basata a Genova e che è convinto che “la negazione del ‘bail’ ai due sia una ingiustizia”.
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