Monti, ospite alla trasmissione Che tempo che fa, ha spiegato la sua linea: “Agiremo su molti fronti”
Mario Monti stasera ospite alla trasmissione, Che tempo che fa, ha risposto alle domande di Fabio Fazio su vari argomenti, dalla sua“strategia” europea al molto sentito problema delle “liberalizzazioni”.
Ribadendo il concetto che ora non occorrono nuove manovre ma altre operazioni, ha cercato di tranquillizzarci:
“Spero che siamo tranquilli. La tranquillità nelle cose l’abbiamo raggiunta con l’operazione di consolidamento dei conti dello Stato italiano che il governo ha proposto, il Parlamento l’ha approvato e gli italiani molto responsabilmente lo hanno accettato.
E un’operazione grossa anche in base agli standard Ue, mette in sicurezza i conti pubblici conseguendo l’obbiettivo che non il mio governo ma quello precedente ha accettato e cioè il pareggio di bilancio nel 2013. Dal punto di vista dei conti pubblici non occorrono altre manovre, quello che occorre sono alte operazioni di politiche economica meno indigeste”.
“’Agiremo su molti fronti. Già entro l’Eurogruppo del 23 gennaio l’Ue chiede un primo pacchetto”.
“Credo che un certo disarmo multilaterale di tutte le corporazioni possa consentirci di dare più spazio alla concorrenza ed ai giovani”. “Si tratta di fare diverse cose: creare più spazi per la concorrenza ed il merito in diversi settori. Liberalizzazioni? Si chiamano liberalizzazioni ma può sembrare un termine in parte ideologico: qui si tratta di ridurre quelle protezioni, quei diversi modi in cui ogni categoria in Italia più che in altri Paesi cerca di avvantaggiare chi è incluso nella roccaforte rispetto a chi è fuori”.
“La Germania ha un’opinione pubblica comprensibilmente preoccupata di dover pagare un giorno per comportamenti leggeri di altri paesi in Europa. Il mio sforzo nell’incontro che avrò mercoledì con la Merkel sarà quello di mostrare due cose: primo che l’Italia è ben lungi da tenere comportamenti irresponsabili, la maturità con cui l’opinione pubblica e il sindacato hanno accolto le pesanti misure imposte può essere da esempio per altri Paesi e, contemporaneamente mostrerò alla Merkel che soprattutto la Germania trae benefici dal mercato unico e dall’ euro”.
“E’ un discorso che si può fare da pari, è interesse della Germania, della Francia e nostro Paese che via via che i singoli Paesi danno prova di recuperata virtù, noi non lo facciamo non perché ce lo chiede l’Ue, ma per non dissipare il futuro dei nostri figli è giusto e doveroso che decisioni prese collettivamente in Europa siano tali da dissipare i dubbi sulla solidità dell’euro”.
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“L’euro non è in crisi, va un po’ giù o su. Ma come moneta non è in crisi: ha mantenuto solidamente il potere d’acquisto rispetto ai beni che compriamo ed il rapporto di cambio con il dollaro”. “Il problema è che nella zona euro un certo numero di Paesi hanno avuto o hanno gravi squilibri nelle finanze pubbliche”.
“Noi” in Europa “non siamo né un singolo Stato né un insieme già completo e compiuti di Stati che si comportano come uno come lo sono gli Usa. Il problema è che questi squilibri” nei conti “sono asimmetrici: quei Paesi che hanno situazioni buone sono inquieti con quelli che le hanno cattive”.
“Gli italiani sono in una situazione difficile ma incoraggiante. Abbiamo un debito pubblico elevato in rapporto al Pil però, negli anni recenti ed in particolare negli ultimi due mesi, il nuovo comportamento del settore pubblico è molto più virtuoso”. “Addirittura, l’equilibrio di bilancio nel 2013, che vuole dire che al netto degli interessi l’Italia avrà un avanzo di bilancio, è qualcosa che nessuno in Europa può dire di avere”.
Sulla Tobin -Tax ha poi dichiarato:
“Siamo disposti a lavorarci a livello Ue .Il governo Berlusconi ha marcato la sua opposizione a questo in sede europea; io ho segnalato invece l’apertura del governo italiano. Siamo disposti a lavorare, ma mai e poi mai solo se questa fosse solo per l’Italia, ma in un fase in cui abbiamo molto interesse ad ottenere la collaborazione stretta con paesi come la Germania e la Francia, perché no? E lo dico non perché io sia stato allievo di Tobin”.
Fazio poi gli ha chiesto se ci potrebbe essere un accordo con la Svizzera sui capitali italiani espatriati:
“Stiamo guardando a questo argomento” ma “Germania e Gran Bretagna hanno fatto qualcosa che l’Ue non ha gradito: accordi bilaterali”.
“In Italia l’hanno chiesto alcuni che dicono: ‘mai più condonì il mio governo ha detto mai più condonì ed è stato criticato da chi dice mai più condoni”.
“Sono stato il primo quando ero Commissario europeo nel 1999” ad intervenire sull’argomento. “A nome della Commissione europea sono andato a Berna per avviare il primo duro negoziato con la Svizzera perché accettasse di applicare alcuni principi sulla direttiva della tassazione del risparmio e sono stati fatti passi avanti”,
“Se vogliamo gli accordi di Germania e Gran Bretagna sono il risultato ultimo di questo accordo. La pressione sulla Svizzera viene esercitata. La Svizzera non è l’unico Paese al mondo che ha un occhio di riguardo, magari chiuso, sui capitali esteri ma in questi anni la politica nei confronti di questi paradisi fiscali è cambiata.
E la Svizzera si è comportata di conseguenza. Non è più come prima”.
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