Mario Belluomo è il nome dell’ingegnere italiano originario di Catania che è stato rapito oggi in Siria. Insieme a lui sono stati rapiti anche altri due ingegneri russi: tutti e 3 lavoravano nell’acciaieria Hmisho Steel S.A. vicino a Latakia, un impianto siderurgico d’avanguardia realizzato con l’aiuto dell’Unione Europea, dei prodotti del quale usufruiscono Siria, Iraq, Europa e Golfo Persico.
Il sequestro, però, pare essere avvenuto nell’area di Tartus dove si trova l’albergo in cui alloggiavano, area costiera strategica per la Russia visto che proprio lì si trova l’unica base navale russa sul Mediterraneo. La Russia, infatti, nei mesi scorsi si era opposta ad un possibile intervento delle organizzazioni internazionali in Siria per vari motivi, tra cui fondamentale era il rischio di perdere la base navale di Tartus che le permette di controllare il Mediterraneo.
Mario Belluomo ha 63 anni, è nato a Catania dove nel 1981 ha preso la laurea in ingegneria elettrotecnica. Abita a San Gregorio, poco fuori Catania ed è stato mandato in Siria a luglio di quest’anno. Poiché Belluomo è uno dei 5500 iscritti all’ordine degli ingegneri di Catania, Carmelo Grasso, Presidente dell’ordine, ha commentato così la situazione: “è il prezzo che si paga in una terra, come la Sicilia, ma anche il resto d’Italia, dove non si trova lavoro e per esercitare la professione si è costretti ad andare all’estero, anche in posti poco sicuri”.
Ed in effetti la Siria al momento è uno dei posti meno sicuri dove svolgere attività lavorativa o di turismo, vista la guerra civile che sta distruggendo il Paese e che continua ormai da un anno e mezzo con atti di violenza che aumentano ogni giorno.
Il Ministero degli affari Esteri italiano ha confermato l’avvenuto rapimento e, insieme con l’unità di crisi della Farnesina, sta già lavorando per cercare di risolvere la situazione. Appena è stata resa note la notizia, la Farnesina ha immediatamente richiesto tutti i necessari accertamenti e controlli e ha attivato ogni canale possibile per intervenire a favore di Mario Belluomo. Il Ministro degli esteri Giulio Terzi, a nome del dicastero, ha rilasciato questa dichiarazione: “L’incolumità del connazionale è la nostra priorità assoluta ed è indispensabile tenere il massimo riserbo. Anche in questo caso, in raccordo con tutte le strutture dello Stato coinvolte, stiamo lavorando con il massimo impegno e con la stessa dedizione con cui le nostre Ambasciate e Consolati quotidianamente prestano assistenza ai connazionali in difficoltà, anche in regioni e situazioni a rischio”.
Il Ministro Giulio Terzi ha inoltre ricordato che “Dal novembre 2011 l’azione del Governo, di tutte le sue strutture e in particolare dell’Unita di Crisi della Farnesina ha condotto alla liberazione di 27 cittadini italiani rapiti all’estero. Ricordo che due di questi furono rapiti proprio in Siria (riferimento a Oriano Cantani, genovese 64enne, e Domenico Tedeschi, romano 36enne) e lo scorso 29 luglio sono rientrati in Italia, grazie all’intenso lavoro e alla stretta collaborazione di tutti gli organi dello Stato. Non va poi dimenticato che vi è ancora un nostro connazionale in mano ai rapitori, Giovanni Lo Porto, rapito in Pakistan il 19 gennaio 2012, per la cui liberazione non si attenua in nessun modo l’impegno delle autorità e dei massimi livelli istituzionali. A lui ed al connazionale in Siria va in queste ore il mio pensiero”.
Vedremo come procederà la situazione di Mario Belluomo e staremo attenti ai futuri sviluppi politici, ma una cosa è certa: la nazione farò tutto il possibile per garantire l’incolumità del nostro connazionale.
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