Difficile anche solo immaginarlo… soprattutto per tutti coloro i quali lo hanno seguito nella sua lunga carriera di “Ispettore” televisivo, nel periodo che va dal 1974 al 1998, trepidando emozionati davanti alle sue gesta di paladino del bene.
Eppure, il sociologo tedesco Jorg Becker, consultando gli archivi dell’associazione che si è occupata di informare le famiglie dei caduti dell’esercito nazionalsocialista, a mezzo del Frankfurter Allgemeine Zeitung ha rivelato la scomoda (e sempre tenuta nascosta) verità.
Horst Tappert (1923-2008), infatti, reso famoso dal personaggio carismatico dell’Ispettore Derrick (serie trasmessa in Italia a partire dal 1979), dalle ricerche effettuate e dalle risultanze documentali, risulta appartenesse, all’età di vent’anni, al reggimento di granatieri “Testa di morto”, impegnato nella campagna di Russia.
Nientemeno che un membro attivo delle Waffen-SS (“SS Combattenti”), dunque, Forza Armata del Terzo Reich rigidamente selezionata sulla base di caratteristiche fisiche e razziali dei propri componenti, organizzazione accusata di aver compiuto numerosi crimini di guerra (Oradour-sur-Glane, Marzabotto e di Malmedy) dichiarata criminale al processo di Norimberga.
L’Ispettore Tappert, nel corso della sua lunga carriera, è sempre riuscito a tenere celata questa sua identità, portandosi il segreto nella tomba, limitandosi a raccontare di avere svolto, durante il conflitto, funzioni nel campo dei servizi sanitari e di aver addirittura trascorso, dopo la cessazione delle ostilità, un periodo di prigionia.
La scomoda verità riemerge proprio contestualmente ad un’altra clamorosa scoperta: un commilitone dell’Ispettore Derrick, appartenente anch’egli alle “teste di morto”, il 93enne Hans Lipschis, guardiano ad Auschwitz, trascorre tranquillamente gli ultimi anni della propria vita in una cittadina del Baden-Wurttemberg, pur essendo inserito nella lista dei dieci maggiori ricercati dal Centro Simon Wiesenthal.
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