Torniamo a parlare di una delle storie che hanno nuovamente insanguinato gli USA. Come già riportato ieri, continua l’incubo per il bambino di sei anni rapito da Jimmy Lee Dykes dopo essere stato prelevato con la forza dallo scuolabus che lo portava a scuola. Il conducente del mezzo, Albert Poland di 66 anni, si era opposto fermamente al rapitore che, con quattro colpi di pistola lo ha ucciso davanti agli occhi dei bambini.
Il rapitore ed il suo piccolo ostaggio, sono ancora barricati al buio in un bunker costruito nei pressi dell’abitazione dell’uomo; il bambino soffre di autismo ed ha bisogno di assumere una speciale medicina ogni giorno. Grazie ad un tubo di areazione del bunker, i negozioatori delle forze dell’ordine sono riusciti a stabilire un contatto e a far pervenire al bambino le cure necessarie oltre a dei pastelli ed un quaderno di disegni come da lui richiesto.
Secondo il procuratore Woodrow Hilbdt, il rifugio nel quale si è rintanato il rapitore-assassino è “una sorta di posto in cui rifugiarsi in caso di tornado“.
Il profilo di Jimmy Lee Dykes, tracciato dagli investigatori, parla di un uomo disturbato che ha passato gli ultimi due anni a scavare, anche di notte, un bunker nel suo giardino, costruito talmente bene e così ben mimetizzato che, secondo un vicino di casa si “mimetizza al punto che non lo si noterebbe senza sapere che esiste”. Dykes era stato arrestato e poi rilasciato per aver minacciato con una pistola, un altro suo vicino di casa assieme alla figlia, accusati di aver sconfinato sul suo terreno guidando un’auto, probabilmente le minacce erano frutto, secondo i media locali, della paura che il suo bunker fosse scoperto.
Dykes sembra evere idee anti-americane ed essere in contatto con i tanti gruppi anti-governativi che popolano gli Stati Uniti. Veterano della guerra in Vietnam, non ha alcun legame con il bimbo di sei anni rapito che, a detta delle forze dell’ordine, è comunque in buone condizioni anche se il suo incubo continua ad un metro sotto terra, al buio, in compagnia di un uomo armato che lo tiene in ostaggio dalle 15.40 (ora locale) di martedì.
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