Lincoln, il film di Steven Spielberg interpretato da Daniel Day Lewis, un’occasione per riflettere su politica, le mediazioni e i diritti.
Lincoln, è un film di Steven Spielberg tratto dal libro Team of Rivals: The Political Genius of Abraham Lincoln di Doris Kearns Goodwin ed effettivamente non si può fare a meno di non notare la forte connotazione politico riflessiva dell’immagine che , attraverso l’ottima interpretazione di Daniel Day Lewis, Spielberg ha voluto dare a tutta al pellicola.
Lincoln non è un film facile, Lincoln non tratta un problema facile da risolvere, Lincoln tratta il problema più importante della Storia d’America e del resto del mondo: la schiavitù. E l’atmosfera e le scene sono tutte pervase da questa continua lotta e battaglia, sottile battaglia politica, fatta di riflessioni, discussioni, compromessi mirati a raggiungere quello che potrebbe sembrare uno sparuto numero di voti affinchè l’abolizione della schiavitù passi definitivamente alla Camera americana, in occasione del secondo mandato presidenziale di Abramo Lincoln.
20 voti, sembrano pochi ma quei 20 voti, ed il tentativo attraverso mediazioni politiche, di ottenerli da parte di Lincoln, sono il fulcro attraverso il quale si snoda la vita politico familiare del presidente Lincoln raccontata nel film.
Una vita infelice per certi versi familiari, la continua ricerca delle soluzioni anche in vista del tentativo di porre termine all’interminabile guerra di secessione, la lunga diatriba tra Nord e Sud degli Stati Uniti, ed il pesante fardello di responsabilità di cui Lincoln ne è perfettamente consapevole e a tratti molto provato in questa sua coscente responsabilità, sono i “ tormenti” del presidente Lincoln, perché, come recita nel film l’interprete principale Daniel Day Lewis nella parte di Lincoln, l’America ha una grande responsabilità ed ha gli occhi di tutto il Mondo puntati su di Lei.
In tutto il film, quasi tutto girato in interni, almeno per la parte che riguarda l’aspetto familiare e strategico di Lincoln e del suo entourage, si sente moltissimo questo carico di responsabilità , le scene qui sono poco attente ai contorni delle stanze ma si soffermano con ombre e luci, tutte molto morbide, puntate sui volti dei personaggi, volti molto espressivi e provati.
Un ritratto quello che Steven Spielberg fa del presidente Lincoln molto ricurvo e pensieroso in una Washington di cui possiamo ammirare una splendida ripresa della Casa Bianca in un cielo terso ed azzurro, unica ripresa carica di un tripudio di luci che giunge proprio al momento in cui alla Camera la legge numero 13, quella sull’abolizione della schiavitù riesce, ad ottenere il sudato successo. Questa ripresa non è l’unica in esterno del film , anche se la maggior parte della pellicola, come ho detto , è girata in interni, se ne trovano altre significative ma mai della stressa intensità un vero tripudio, come del resto Spielberg ha pensato bene di renderla, facendoci quasi strizzare gli occhi dall’intensità e limpidezza di luci, che escono da una sofferta ripresa all’interno della Camera, nella molto ben realizzata fase del voto della tanto storica legge numero 13.
Lincoln, TRAMA:
“Il film drammatico analizza gli ultimi tumultuosi mesi in carica del sedicesimo presidente degli Stati Uniti. In una nazione divisa dalla guerra e spazzata dai venti del cambiamento, Lincoln osserva una linea di condotta che mira a porre fine alla guerra, unire il paese e abolire la schiavitù. Avendo il coraggio morale ed essendo fieramente determinato ad avere successo, le scelte che compirà in questo momento critico cambieranno il destino delle generazioni future”.
Grande importanza assume anche la connotazione del periodo in piena guerra tra nordisti e sudisti con una netta divisione tra gli stati del Nord e quelli del Sud che accusano Lincoln di parlare di diritti ma di aver cercato di tenere unita l’America con le armi e la guerra…. indiscussi punti di interesse politico della storia americana che Spielberg però accenna solamente per inquadrare bene la perplessità e complicatezza della scena politica.
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Ottima anche l’interpretazione del cast di attori che contornano la figura di Lincoln, una su tutte, la cui immagine fuoriesce maggiormente dal cast di contorno alla figura predominante è quella della moglie di Abramo Lincoln Mary (interpretata da Sally Field) una grande interpretazione unica in grado di sorreggere quella del ruolo principale interpretato da Daniel Day Lewis
USCITA CINEMA: 24/01/2013
GENERE: Biografico, Drammatico, Storico
REGIA: Steven Spielberg
SCENEGGIATURA: Paul Webb, John Logan, Tony Kushner
ATTORI:
Daniel Day-Lewis, Sally Field, David Strathairn, Joseph Gordon-Levitt, Tommy Lee Jones, James Spader,Hal Holbrook, John Hawkes, Jackie Earle Haley, Bruce McGill, Tim Blake Nelson, Joseph Cross, Jared Harris, Lee Pace, Peter McRobbie, Gulliver McGrath, Gloria Reuben, Jeremy Strong
FOTOGRAFIA: Janusz Kaminski
MONTAGGIO: Michael Kahn
MUSICHE: John Williams
PRODUZIONE: Office Seekers Productions, Amblin Entertainment, DreamWorks SKG
DISTRIBUZIONE: 20th Century Fox
PAESE: USA 2012
DURATA: 150 Min
FORMATO: Colore
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