Lo ha deciso la Cassazione, se le nozze saltano, nessun obbligo di risarcimento
La Cassazione ha sottolineato con sentenza numero 9 (una delle prime del 2012) che la scelta del matrimonio deve essere libera per entrambi i patner e che ognuno di loro ha il diritto, se non si sente più sicuro di “fare il passo”, di recedere dalla decisione di sposarsi senza nulla dovere all’altra o altro.
Fino al momento prima del “si”, anche sull’Altare ognuno è libero di rinunciare al matrimonio senza nulla corrispondere, come danni morali all’altra/o.
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Quindi non si dovrà risarcire nulla, di inerente al danno morale, al partner che viene abbandonato su due piedi dopo la pubblicazione della data dell’imminente cerimonia.
Fermo restante questa decisione, la Cassazione non entra nel merito delle spese “vive” sostenute dea entrambi i “promessi sposi” riguardanti abiti di nozze, prenotazioni del rinfresco o banchetto matrimoniale, viaggio di nozze e possibili spese abitative sostenute.
Queste spese, eludono dai “danni morali” e quindi saranno fonte di disquisizioni di risarcimento da parte di entrambi i patners.
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