E’ preziosa più dell’oro e del petrolio, sembra normale che tutti ne facciano uso ogni giorno, anche se a troppe persone manca, e all’apparenza è tutta uguale. Parliamo dell’acqua. Anche questo elemento, che usiamo primariamente per dissetarci può essere una cura. Infatti le acquee non sono tutte uguali,e grazie alle loro diverse proprietà organolettiche possono favorire benefici al corpo in base alle sue esigenze.
Questo è tanto vero quanto sottovalutato, perchè spesso l’acqua minerale viene acquistata senza conoscere i suoi componenti minerali. Tanto che studi dell’Università di Pavia e dell’Università Tor Vergata di Roma hanno preso in considerazione l’importanza che il medico, nella prescrizione delle cure, affianchi alle normali indicazioni terapeutiche quella del consumo di un acqua minerale adeguata.
Tutto questo è il contenuto del convegno ‘L’acqua che beviamo: fare chiarezza’, promosso dalla Fondazione Acqua, nata nel marzo 2011 per diffondere una corretta informazione sull’argomento.
Affrontato in questa occasione anche il tema della sicurezza e della potabilità dell’acqua, che anche se depurata può subire contaminazioni ancora oggi durante il percorso fino al nostro lavello. Oltretutto c’è anche il problema inverso perchè si è verificato che residui di farmaci, detersivi, cosmetici e saponi scorrono nei fiumi e nelle falde acquifere, e potrebbero rappresentare una minaccia per la salute finora sottovalutata. Si tratta dei cosiddettiinquinanti emergenti, una classe di composti chimici che attraverso gli scarichi urbani arrivano alle acque di superficie e sotterranee.
Il Joint Research Centre (Jrc) ha avviato il monitoraggio dei livelli di diversi inquinanti (tra cui pesticidi, farmaci, ormoni e antibiotici) in 122 fiumi e 164 siti di acque sotterranee. Diversi studi, inoltre, hanno messo in evidenza il ruolo di alcuni composti nelle alterazioni endocrine, sullafertilità e sul sistema riproduttivo. Il “Weybridge +15 (1996-2011) report on endocrine disruptors”, una revisione svolta dall’Agenzia europea dell’ambiente (Eea), ha rilevato che gli interferenti endocrini presenti nei farmaci, nei pesticidi e nei cosmetici possono contribuire all’aumento di tumori, diabete, obesità, calo della fertilità e di problemi nello sviluppo neurologico, sia negli esseri umani che negli animali.
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