La ricostruzione in Abruzzo ha violato le regole UE secondo un rapporto della Corte dei Conti europea dove ha evidenziato alcune criticità e violazione dei regolamenti.
Il terremoto che ha colpito l’Abruzzo nel 2009, torna a far parlare di sè con un’indagine europea circa i costi esorbitanti della ricostruzione e del modo in cui i fondi sono stati messi a disposizione. Immediatamente dopo la catastrofe, la Commissione che si doveva occupare del ritorno alla normalità nella regione del centro, aveva messo a disposizione quasi mezzo miliardo di euro (494 milioni). Parte di questo denaro proveniva dal Fondo di Solidarietà dell’Unione.
Il problema che viene immediatamente rilevato nel rapporto, è che i soldi provenienti dal Fondo europeo, erano stati stanziati solo per la costruzione di alloggi temporanei mentre, la Commissione italiana, li ha utilizzati per costruire case permanenti e quindi generare utili per il costruttore o i proprietari. Ma non è tutto. Il costo per la costruzione di questi alloggi si è rivelato “immotivatamente costoso” a fronte delle poche persone che vi hanno potutto effettivamente alloggiare. La media per metro quadrato delle costruzioni abitative a fini di edilizia popolare, si attesta a 1153 euro mentre in Abruzzo il prezzo è schizzato a 1648 euro.
Secondo le stime della Corte dei Conti, quindi, il costo per la costruzione in Abruzzo è stato del 43% più elevato del normale e, se raffrontato agli alloggi prefabbricati, sale a +158%. La decisione di costruire case in muratura è stata molto criticata in quanto, solitamente, in casi analoghi si procede con l’installazione di costruzioni prefabbricate e poi con la costruzione di alloggi definitivi.
E’ importante, inoltre, far presente che le abitazione temoranee non hanno nulla a che vedere con i container utilizzati in sciagure simile come il terremoto dell’Irpinia. In alcune città europee, ci sono quartieri costruiti con questo tipo di moduli abitativi che hanno un costo estremamente ridotto ed un’ottima vivibilità in ogni condizione climatica.
Alla presentazione del rapporto, è stato chiesto a Ville Itälä, membro della Corte dei Conti, se dietro questi esborsi esagerati, ci fossero delle attività criminali conclamate: “non abbiamo indicazioni né siamo a conoscenza di attività di questo tipo”, ha risposto.
Immediata è stata la risposta della Commissione italiana che, per bocca del portavoce Shirin Wheeler ha rigettato le accuse: “il costo totale del progetto è stato influenzato da un’enorme pressione temporale, dall’enorme numero di persone a cui provvedere e le difficili condizioni geologiche e climatiche”. Secondo la Commissione, inoltre, la Corte dei Conti non avrebbe tenuto conto delle condizioni contingenti appena esposte, dandone una valutazione distorta.
Commenti riguardo il post