La fuga di gas nel mare del Nord continua imperterrita e Greepeace si prepara a raggiungere il luogo come osservatore indipendente.
Fuga di Gas identificata a 4000 metri sotto il mare. La fiamma si é spenta ma il gas continua a fuoruscire.
Due giorni fa Total era riuscita a individuare da dove provenisse la fuga di gas, annunciata domenica 25 marzo. La fuga, localizzata a 4000 metri sotto il mare, proviene da un pozzo che era stato chiuso circa un anno fa a seguito della costatazione di un’anomalia nelle condizioni di produzione, secondo Michel Hourcard, direttore dello sviluppo del settore esplorazione e produ zione di Total, nonché porta parola per l’incidente Elgin.
Il gruppoTotal che continuava a mantenersi positivo, perché il vento, che soffiava “nella buona direzione” allontanava il gas dalla fiamma, riducendo così i rischi di esplosione, lo é ora ancor più, da quando la fiamma nella notte di ieri si è, fortunatamente, spenta da sola, ma la fuga di gas continua e i rischi di esplosione benché ulteriormente ridotti non sono certo totalmente esclusi.
A questo punto due sono le soluzioni per cercar di eliminare la fuga di gas: una diretta con iniezione di fango nel pozzo da cui proviene la fuga, una indiretta con la perforazione di due nuovi pozzi “di soccorso”.
Due soluzioni completamente diverse e con tempistiche molto differenti.
La perforazione di un nuovi pozzi richiederà non meno di sei mesi.
L’iniezione di fango è ben più rapida ma per operare in questo senso è necessario il ritorno di personale sulla piattaforma. I 238 dipendenti erano stati infatti evacuati tra domenica e lunedì.
In realtà già un tentativo in questo senso era stato fatto in febbraio quando per la prima volta una fuga di gas era stata evidenziata il 23 febbraio, ben un mese prima che la fuga di gas diventasse di dominio pubblico per la gravità raggiunta. Già allora si era tentato di soffocare il gas con il fango
Secondo Christophe de Margerie, il presidente-direttore generale di Total, questo tipo di intervento potrebbe iniziare”nel giro di otto giorni” a condizione che i pompieri specializzati ottengano rapidamente l’autorizzazione di accesso.
Un battello di Greenpeace intanto ha mollato stamani gli ormeggi da un porto tedesco per raggiungere il luogo del disastro.
L’associazione ecologista sin dall’inizio si è mostrata estremamente preoccupata ritenendo quanto mai inquietante che una compagnia come Total non sia capace di gestire rapidamente un simile incidente, tanto più che le piattaforme nel mare del Nord sono quelle che possiedono un miglior livello di sicurezza.
Secondo Greenpeace, Total non fornisce sufficientemente di informazioni su quanto accade sulla piattaforma , per questo anche la decisione di rendersi direttamente sul posto per poter rendersi conto della situazione e poter riferire e fornire informazioni in maniera indipendente.
Esperti dell’associazione verde tra l’altro procederanno a misure atmosferiche per documentare il grado di inquinamento. L’associazione si dichiara pronta a mettere a disposizione materiale video e foto che raccoglierà.
L’arrivo dell’imbarcazione di Greenpeace nella zona del disastro è prevista per domenica sera.
Anche le autorità scozzesi hanno domandato “trasparenza totale”da parte di Total e del governo britannico anche se “il rischio per l’ambiente resta attualmente minimo”.
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