La Corea del Nord minaccia di annullare l’armistizio con Seoul se le esercitazioni militari congiunte e le sanzioni non verranno interrotte.
Nuovo rischio per la pace nella penisola coreana
Pyongyang minaccia di annullare l’armistizio, firmato nel 1953, che pose fine alla guerra tra le due coree. Questa nuova provocazione è stata lanciata dal comando militare supremo dopo che Usa e Cina hanno annunciato una nuova bozza di risoluzione contro il governo nordcoreano a causa dei test nucleari ma anche come protesta contro le esercitazioni militari congiunte iniziate il primo marzo tra gli eserciti statunitense e sud coreano.
Durante un intervento alla televisione di stato, un portavoce delle forze armate di Pyongyang, ha gettato benzina sul fuoco preannunciando l’intento di riunificare la penisola con “attacchi chirurgici mirati” ed “altre e più decise contromisure” fino ad arrivare all’utilizzo di un “congegno nucleare di precisione” se le esercitazioni non verranno fermate. L’intenzione è quella di cancellare l’armistizio firmato nel 1953 e ritirarsi dai tavoli di dialogo intercoreani, istituiti proprio per scongiurare nuove crisi.
La diplomazia riuscì, all’epoca, a far firmare ai due contendenti un armistizio che definì i confini lungo il 38° parallelo con la creazione di una zona smilitarizzata che spesso è stata oggetto, negli anni passati, di scaramucce tra le due coree. Se le richieste della Corea del Nord non verranno esaudite, l’11 marzo sarà cancellato l’armistizio che, pur portando la pace nella zona, non è stato mai seguito da un vero e proprio trattato di pace cosa che, tecnicamente, mantiene la Corea del Nord e quella del Sud, ancora in guerra.
Al salire delle preoccupazioni internazionali circa le rencenti attività militari di Pyongyang, il regime del dittatore Kim Jong Un alza a sua volta i toni rendendo la situazione estremamente difficile da gestire. Il neo segretario di Stato statunitense John Kerry in una intervista rilasciata alla Cnn mentre si trova negli Emirati Arabi, ha invitato Kim Jong Un a “provare la sua buona fede: non lanciare il prossimo missile. Non effettuare il prossimo test. Dire di essere pronto a negoziare“
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