Italia che Affonda, giovani senza lavoro e politici che rubano diamanti e lingotti d’oro. Com’è l’Italia oggi? Falla troppo grande? leggi.
Il nostro paese non è più in grado di sostenere i desideri e le ambizioni di questa generazione disorientata.
Senza dubbio l’aspettativa di un futuro promettente, di un occupazione discreta e d’un guadagno altrettanto rassicurante, è sfumata già da tempo in questa Italia che in passato assecondava le nostre necessità, come la costante crescita e lo sviluppo all’interno di un contesto sociale. Ora i giovani fuggono, ripugnati da una nazione che ha troncato le loro iniziative sul nascere, la loro voglia di migliorare e di mettersi in gioco; e chi mai può biasimarli? Al di fuori dei nostri confini ormai poco accoglienti si estende un mare di infinite possibilità.
Se nella nostra amata patria il decollo di una carriera lavorativa fruttuosa è parzialmente assicurato dopo anni di studio e dedizione, in molti paesi esteri sono ben visti e caldamente retribuiti persino ragazzi che vantano solamente un giusto spirito lavorativo e un convincente impegno. Immaginate come un simile contesto possa indurre e persuadere le masse di giovani laureandi e senz’altro quella grande fetta di disoccupati che non hanno alcun titolo in mano, comprendente specialmente la nascente generazione, ad allargare i propri orizzonti e spostarsi verso un paese che riesca a soddisfare i loro bisogni.
Abbandonare precocemente la scuola e gli studi, rinunciare alla formazione e all’attuazione di eventuali progetti e al rendere efficienti le proprie potenzialità in un futuro e concreto mondo lavorativo, sono queste le risentite e tristi verità che affliggono la gioventù odierna. Ma ritengo che tutto ciò sia da attribuire ad una giustificata sfiducia nel nostro paese. Passare dall’ambiente scolastico al mondo del lavoro, é visto per certi versi da molti giovani come una liberazione, pertanto, invece di investire preziosi anni più vantaggiosamente spendibili per incorrere ad un immediato, seppure misero e scarso guadagno, in strutture che forniscono nozioni e insegnamenti dei quali si teme non possano essere mai trasformati in un effettivo e diretto reddito superiore, si pensa bene di dedicare la propria esistenza ad occupazioni sotto pagate in maniera umiliante, ciò che basta a rimanere boccheggianti con la testa fuori dall’acqua.
Inoltre in città estere come ad esempio Berlino, per un ragazzo condurre una vita autonoma è una realtà più facilmente attuabile, dato il basto costo della vita e gli stipendi decisamente più umani. L’affitto supera difficilmente i 200 euro, sempre ovviamente in riferimento ad un locale che si rapporti alle non eccessive necessità di un ragazzo che, laureato o meno, ha la possibilità di mantenersi in maniera indipendente. Esistono infinite altre città, oltre a quella già citata, che rendono concreto il bisogno di allontanarsi dal nido famiglia, di dare un valore alla propria laurea per progredire in una carriera lavorativa.
Ma allora perché, se in parte un elevato numero di giovani italiani decide di intraprendere un simile percorso, un altrettanta quantità non lo prende neanche in considerazione? È senz’altro la paura a porgli un freno, la paura di cambiare radicalmente vita e il timore di ritrovarsi disambientati. Per molti versi gioca un ruolo fondamentale anche l’insufficiente preparazione didattica e conseguentemente la carente padronanza di una o più lingue straniere, fenomeno che come già detto si riscontra al quanto frequentemente nella nostra gioventù.
Il nostro paese a lungo logorato dalla crisi non è più un sicuro punto di riferimento.
Non abbiate paura di osare e puntate in alto; se l’Italia non è più in grado di soddisfare i vostri desideri, è giusto che cerchiate fortuna altrove, anzi, è essenziale che lo facciate.
Articolo di Daniel Sirangelo.
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