Sempre più elevate le tensioni fra Israele e Palestina. Già da settimane si sono intensificati gli attacchi incrociati con lanci di razzi sul territorio di confine, la cosiddetta Striscia di Gaza.
Come già ricordato, Israele andrà presto (gennaio) alle elezioni e non ha più intenzione di farsi vedere a livello mondiale come una nazione non capace di difendersi. Già qualche giorno fa il Presidente Netanyahu aveva minacciato la Palestina di un possibile attacco decisivo, più forte e violento di qualunque precedente, per metter fine una volta per tutte alla guerra. Ecco quanto rilasciato poco fa al Guardian dal viceministro degli esteri israeliano, Danny Ayalon: “Non vogliamo entrare a Gaza se non è necessario. Ma se continuano a lanciare razzi un’operazione di terra è possibile. Se vedremo nelle prossime 24-36 ore altri razzi sparati contro di noi, credo questo potrebbe innescarla”.
Sono infatti tornate a suonare le sirene antimissile a Tel Aviv, dove si è verificata l’ennesima forte esplosione. Nel frattempo, il numero di morti sul territorio della Striscia di Gaza sale a 43, ma i feriti sono centinaia.
Ora, per l’ipotesi secondo cui l’esercito israeliano di appresterebbe ad entrare a Gaza in questo finesettimana, migliaia di soldati israeliani si stanno già schierando al confine con Gaza. Non c’è ancora nulla di confermato, però: potrebbe trattarsi semplicemente di una tattica di dissuasione.
Staremo a vedere come prosegue la vicenda ma una cosa è certa: è indubbio che la guerra debba finire, ma un attacco più forte dei precedenti non è certo il mezzo adatto per porvi fine.
Commenti riguardo il post