Nuovo elemento di instabilita in Medioriente: un raid aereo israeliano ha attaccato un centro di ricerche militari in territorio siriano. Erano cinque anni che non avveniva uno sconfinamento delle forze di Tel Aviv in territorio siriano.
Il comandante dell’esercito di Damasco, ha dichiarato all’agenzia Sana che Israele ha attaccato la Siria per saggiarne il livello di difesa e la resistenza. Il regime siriano ha smentito che l’obiettivo fosse, come si era ritenuto in un primo momento, un convoglio di armamenti, probabilmente uno stock di missili anti-aerei di fabbricazione russa, in viaggio tra la Siria ed il Libano. In un comunicato, l’establishment siriano ha dichiarato che il centro di ricerche colpito si trova a Jamraya, poco a nord di Damasco e, contestualmente, ha esortato tutti i musulmani a “difendere il regime di Bashar Assad contro l’aggressione sionista”.
Tel Aviv non ha rilasciato alcuna comunicazione ufficiale del raid lasciando campo aperto alle dichiarazioni di Damasco, sempre più in difficoltà agli occhi della comunità internazionale a causa della guerra civile. Secondo i siriani gli aerei dell’aeronautica israeliana hanno volato a bassa quota per eludere i radar, passando a nord del monte Hebron, situato proprio al confine tra Israele e Siria. Nell’attacco sarebbero rimasti uccisi due tecnici mentre altri cinque risulterebbero feriti.
L’attacco è stato confermato anche da fonti esterne al regime siriano.
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