Avvistata dalla sonda Deep Impact, Ison arriverà vicino la terra per il prossimo Santo Stefano se non sarà risucchiata dal sole. Per gli astronomi è la cometa più bella del secolo
Le comete sono forse gli astri che preferiamo, con il loro elegante fascio di luce e la capacità incredibile di farci levare il naso all’insù e lasciarci inondare di bellezza. Per tutti coloro i quali amano l’astronomia, le notti stellate e le meraviglie della natura in genere, o per chi, più semplicemente, è affascinato da qualsiasi tipo di evento, è in arrivo un’ottima notizia. Il prossimo 26 dicembre potrebbe infatti essere un Natale molto speciale perché Ison, così come è stata ribattezzata, passerà nel punto più vicino alla Terra e sarà visibile. Ison altra cosa non è che una cometa, o meglio, la cometa più bella del secolo. Al momento l’astro si trova ancora intorno Giova, ma dalla sua superficie iniziano ad erompere polveri e gas che formano il consueto e magico strascico lungo ben 64.400 chilometri.
Ison ha una provenienza precisa, ovvero la nube di Oort, definita come il serbatoio di comete del sistema solare. E’ la prima volta della cometa nella nostra orbita, e si inizia già a sperare che vicino alla Terra passi sul serio. Infatti, il primo appuntamento di Ison è il 28 novembre con il Sole, accanto al quale passerà ad una distanza di 1,2 milioni di chilometri. Si spera che la stella della nostra galassia non abbia un effetto nefasto su Ison, che condurrebbe ad uno sbriciolamento della povera cometa. Se così non dovesse essere, cosa che si spera, il 26 dicembre potremmo godere di uno spettacolo davvero “brillante” nel nostro cielo.
Il percorso della cometa IsonLa notizia di Ison arriva direttamente dallo Spazio: è stata infatti la sonda americana Deep Impact a scattare le prime foto della cometa da una distanza di 793 milioni di chilometri. La sonda è al suo quarto avvistamento stellare: ha già inviato moltissime informazioni sulla competa Tempel 1, su Hartley 2 e sulla cometa Garrad. Ora è il turno di Ison, chiamata così in onore dell’International Scientific Optical Network. Non resta che incrociare le dita, perché il prossimo natale la cometa potrebbe davvero esserci.
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