Il Presidente dell’Iraq, Jalal Talabani, 79enne di origine curda, è stato colpito da un ictus. La notizia è stata subito riferita dalla stazione “al-arabiya” mentre un medico dell’ospedale in cui è ricoverato il Presidente ha preferito restare anonimo ma ha rilasciato una dichiarazione all’agenzia informativa “Xinhua” confermando l’ipotesi già diffusasi secondo cui il Presidente Talabani si trovi in condizioni critiche di salute, ma stabili.
La rete televisiva locale al-Sumaria aveva inizialmente diffuso la notizia del decesso di Talabani, che era però stata subito smentita da Hoshyar Zibari, Ministro degli esteri iracheno, all’emittente al-Arabiya. Anche la rete di al-Jazeera ha smentito la notizia riguardante il decesso ed ha invece dichiarato che Talabani si trova in una fase di coma intermittente. Secondo Labid Abbawi, sottosegretario del ministero degli esteri, anche questa notizia è un falso, dal momento che le condizioni del Presidente sono stabili e tenute sotto controllo.
Talabani è stato ricoverato ieri sera all’ospedale Madinat al-Tib nella città di Baghdad, capitale irachena. Secondo quanto è stato riferito attraverso una nota dell’ufficio presidenziale, il Presidente Talabani è stato costretto al ricovero per cause dovute ad un affaticamento.
Solo successivamente si è venuti a sapere che Jalal Talabani è stato colpito da un ictus. Gli esami fatte sulle funzione corporee sono comunque rientranti nella norma e Talabani si trova ora in terapia intensiva, ma le sue condizioni paiono essere stabili al momento.
Negli ultimi anni Talabani aveva già sofferto di alcuni problemi di salute, motivo per cui si era fatto curare all’estero numerose volte. Anche oggi sono giunti medici stranieri all’ospedale di Baghdad per valutare la condizione del Presidente e decidere se trasferirlo in strutture mediche estere per fargli avere cure tempestive e migliori.
Questo è quanto si sa per ora ed attendiamo ulteriori sviluppi per capire quale sia la reale gravità della faccenda, non solo per le condizioni cliniche del Presidente, ma soprattutto per la stabilità politica dell’Iraq.
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