Il presidente della corte d’appello e del tribunale di Milano hanno invitato il leader del Pdl ad astenersi ulteriormente dalle accuse circa l’imparzialità dei giudici che hanno sentenziato sulla separazione tra Berlusconi e Veronica Lario.
L’attesa risposta della magistratura dopo le insinuazioni di Silvio Berlusconi sull’imparzialità della magistratura è arrivata. Giovanni Canzio e Livia Pomodoro, l’uno presidente della Corte d’appello e l’altra presidente del tribunale di Milano hanno risposto alle parole del leader del Pdl con un comunicato che serve per respingere “con fermezza ogni insinuazione sulla non terzietà dei giudici del tribunale componenti del collegio giudicante della causa Bartolini-Berlusconi”. Il tribunale chiede quindi un maggior rispetto nei confronti delle professioniste della materia e una cessazione delle “espressioni di dileggio” nei confronti dei giudici di Milano.
Anche Rodolfo Sabelli, il presidente dell’Anm, Associazione nazionale magistrati, è intervento con una nota di sdegno dinanzi le accuse del premier, non nuovo comunque alle accuse contro i giudici comunisti e le loro persecuzioni nei suoi confronti. Sabelli invita a protestare contro la magistratura non con le espressioni usate da Berlusconi “giudicesse femministe e comuniste”, ma con il legale mezzo dell’impugnazione.
La dichiarazione di Berlusconi è avvenuta durante una travagliata intervista ad otto e mezzo con Lili Gruber, lo scorso martedì. Il leader ha parlato, oltre che di politica, anche della sentenza di primo grado circa la separazione con Veronica Lario, il cui vero cognome è Bartolini. La corte di primo grado ha infatti stabilito un pagamento di 3 milioni di euro nei confronti dell’ex moglie.
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