Il fumo, l’alcol e le droghe sono tra le cause ricorrenti dei danni alle arterie cerebrali
Ictus: in aumento i casi negli under 50Ictus: l’Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale lancia l’allarme per l’aumento dei casi nei soggetti con età inferiore ai 50 anni
Ictus in aumento anche tra i più giovani. È l’allarme dell’Associazione per le Lotta all’Ictus cerebrale (A.L.I.Ce) la quale ha diffuso i dati preoccupanti secondo i quali l’incidenza degli ictus nei soggetti più giovani è in netto aumento.
Infatti negli ultimi 20 anni la percentuale di pazienti colpiti da ictus fra i 20 e i 54 anni è passata dal 13% al 19% e questo è ormai diventato la patologia neurologica più diffusa dopo il trauma cranico.
Per Domenico Inzitari, neurologo del Dipartimento di Scienze neurologiche e psichiatriche dell’Università di Firenze e responsabile della Stroke Unit al Policlinico Careggi, sono molteplici i motivi alla base di questo abbassamento dell’età del primo ictus: possono essere traumi pregressi (causati da incidenti di macchina, di moto, oppure dalla pratica di sport estremi), oppure possono derivare da stili di vita poco salutari, che vanno dall’abuso di farmaci, alcool, droghe, fino alla sedentarietà, una dieta sregolata e tutto ciò che ne deriva (obesità, diabete, ipertensione, colesterolo alto, ecc.)
La buona notizia è che secondo i neurobiologi circa l’80% degli Ictus potrebbe essere evitato con una buona prevenzione.
Come prevenire l’ictus?
Il coro è unanime: bisogna avere una dieta sana e fare movimento fisico.
Fibre vegetali (che secondo un recente studio anglosassone, ogni 7 grammi consumati riducono del 7% il rischio di ictus), quindi frutta e verdura sono i principali alimenti che occorre introdurre nella dieta, inoltre bisognerebbe anche limitare l’uso di grassi e di tutti quegli alimenti che possono indurre l’ipertensione arteriosa, che è l’alleata numero uno dell’ictus e andrebbe monitorata già a partire dal quarantesimo anno di età.
Un altro alleato dell’ictus (e quindi nostro nemico) è la disinformazione: infatti se per esempio i prodromi dell’infarto sono per lo più noti, i segni di un ictus in arrivo sono molto meno conosciuti e questo può causare un intervento non tempestivo.
Per questo è bene ricordare i principali campanelli d’allarme che possono salvarci la vita: calo della vista, emicrania molto accentuata, vertigini, difficoltà a parlare, insensibilità, formicolii e debolezza.
Se avete il sospetto che un vostro caro possa essere vittima di ictus, provate un semplice test, ovvero chiedetegli di sorridere. In caso di ictus, infatti, il soggetto non sarà in grado di farlo in maniera appropriata.
L’intervento precoce può non solo salvare la vita del paziente, ma anche i suoi neuroni e quindi le sue facoltà intellettive: per ogni minuto senza ossigeno nel cervello muore oltre un milione di neuroni, quindi prima si interviene meglio è.
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