In un’intervista al The Sun il leader dei Muse avrebbe affermato di aver dovuto pagare una tangente nella capitale italiana per poter usare i fuochi d’artificio.
Hanno tenuto uno spettacolare concerto allo Stadio Olimpico di Roma lo scorso 6 luglio, facendo la gioia di moltissimi fan: sono i Muse che, in un’intervista, hanno dichiarato di aver dovuto pagare una tangente per mettere in scena lo spettacolo.
La tangente dei Muse
Sono proprio i componenti della band ad affermare ciò. In un’intervista al The Sun avrebbero dichiarato: “we had to bribe people with thousands of euros” – abbiamo dovuto pagar una tangente di migliaia di euro – per poter usare i fuochi d’artificio durante lo spettacolo. Matt Bellamy ha continuato dicendo che la difficoltà di organizzazione di un concerto risiede anche nelle diverse ritrosie che possono incontrare a livello contabile e legale. Il cantante della band ha così continuato: “Tutte le volte abbiamo dei problemi: abbiamo contabili e legali che devono discutere con ogni tipo di ente locale, polizia e promoter“. E a titolo di esempio porta proprio la vicenda vissuta il 6 luglio, la data del concerto allo stadio olimpico: “abbiamo dovuto pagare una tangente di diverse migliaia di euro per essere autorizzati a sparare fuochi d’artificio – si legge sul Sun – Abbiamo dovuto telefonare all’Ambasciata Britannica a Roma per parlare con qualche responsabile”.
Se si dovesse trattare della verità sarebbe di certo un avvenimento grave e senza dubbio spiacevole per la Capitale e l’intero Paese italiano. L’intervista è stata pubblicata sulla versione online del noto tabloid inglese lo scorso 26 luglio.
I dettagli sulla vicenda sono stati glissati: si spera che più che una vera e propria tangente si sia trattato di una discussione. Le parole usate dal leader dei Muse non sembrerebbero lasciare spazio ai dubbi.
Vivo concerti ha rilasciato immediatamente una nota per far luce sulla vicenda: “La licenza è stata concessa dalle autorità competenti dopo le opportune verifiche che hanno dimostrato che tutto era sicuro e regolare e dopo aver puntualmente messo in atto ed ottemperato ad ogni disposizione di sicurezza e accorgimento tecnico richiestoci, come è successo in tutte le altre città”.
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