I forgot my phone, breve video sull’ordigno che ha modificato la nostra esistenza. Più di 8milioni di clic su youtube
I forgot my phone o I forgot my life?
Un cortometraggio, degno del suo nome: due minuti e dieci secondi di durata totale, due minuti e tre secondi di immagini per quello di Charlene de Guzman, la quasi trentenne californiana, che ha realizzato e interpretato I forgot my phone.
Due minuti e tre secondi di riprese dall’alba al tramonto, dal risveglio al momento di coricarsi per raccontare una vita con il telefonino, assediata, contaminata, in overdose da cellulari, lei che se n’è separata invece, e come afferma nel titolo “I forgot my phone”.
Immagini che partono da un letto nella luce del mattino e finiscono in un letto nel buio della notte, o quasi. La luce del comodino si spenge, ma si riaccende quella del telefono cellulare prima che il buio completo e finale cada di nuovo e il videoclip termini definitivamente.
Un cortometraggio dal titolo evocatore I forgot my phone, (ho dimenticato il mio telefono), che lascia spazio a non poche riflessioni.
Lei che ne è priva, separata dal suo cellulare (forse solo momentaneamente, niente di meno improbabile) nel suo video mi fa pensare ai fumatori e a chi sta loro vicino.
Come i non fumatori che respirano le esalazioni, di chi fuma loro accanto, così lei appare inquinata, mentre annoiata, distratta, è contaminata da questa piccola appendice rice-trasmittente di un compagno sdraiato nel letto o che fa jogging, amiche che condividono un pranzo o uno spuntino, una cena, brindano con lei, festeggiano un compleanno, mentre continuano a scrivere, leggere, messaggi, cercare informazioni, scattare fotografie, fermare immagini per immortalare l’attimo fuggente o più semplicemente telefonare.
Una “presenza” onnipresente, onnipotente, invadente, insolente che irrompe nelle nostre vite e quelle di chi ci sta vicino, senza a volte che ci rendiamo neppure conto di quanto vampirizzi la nostra esistenza, ci tolga tempo e ossigeno e comprometta i nostri rapporti, talmente ne siamo assuefatti e dipendenti.
Talmente abituati a tenerselo ben stretto che solo al saperlo in fondo a una borsa e dunque meno a portata di mano, ci fa sentire a disagio non parliamone neppure della terribile ipotesi ( al limite dell’improbabile e inconepibile) di averlo dimenticato…
“ I forgot my phone!” ??? impossibile è praticamente saldato alla mia mano.
I forgot my phone, cortometraggio per riflettere … che la vita è proprio breve e parte in buona parte in fumo, o meglio in clic, scatti e chiacchiere in automatico.
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