Ancora una volta per capire le questioni economiche bisogna ricorrere, per prima cosa, al dizionario inglese. Ecco dunque che l’Eurogruppo (cioè l’insieme dei paesi europei che adottano come moneta unica l’Euro) ha dato il via libera al piano di buy back della Grecia.
Buy back significa letteralmente “riacquisto di azioni proprie”. Questo significa che la Grecia si è impegnata a ricomprarsi il proprio debito (cioè i propri titoli di Stato), almeno in parte, per abbassare il suo enorme debito pubblico.
Tutto questo a cosa serve? In prima istanza serve ad evitare che le aste per la vendita dei titoli di Stato del paese facciano flop, lasciando ingenti quantità di titoli invenduti e generando dunque problemi di liquidità per lo Stato. Inoltre tutto questo permette di collocare gli stessi titoli a tassi di interesse più basso, contribuendo dunque a limitare la crescita del debito pubblico nel tempo.
Se vi sembra ancora arabo antico non vi preoccupate, questa è la moderna Finanza.
La Grecia, in base agli accordi, ricomprerà un valore di 10 miliardi di euro e ha dato tempo fino al 7 Dicembre ai detentori di Bond (titoli di debito) interessati di comunicare quanti titoli vogliono vendere e a quale cifra. Il prezzo minimo fissato è compreso tra 30,2 e 38,1 centesimi di euro, quello massimo dovrà invece essere compreso tra 32,2 e 40,1 centesimi di euro.
Secondo le elaborazioni dell’agenzia di stampa Reuters, con i prezzi di chiusura del 23 novembre (presi come riferimento per l’intera operazione), se aderirà all’offerta almeno il 50% dei detentori di bond, potranno essere tolti dal mercato 31,5 miliardi di euro, con una “spesa” per le disastrate casse greche di 8,7 miliardi.
La Grecia offrirà in cambio dei titoli di Stato ellenici, bond emessi dal Fondo salva Stati Efsf. Ma per capire meglio cosa sia l’Efsf, che da luglio è stato sostituito dal Meccanismo Europeo di Stabilità (MES o ESM a seconda dell’abbreviazione che preferite) vi rimando a un interessante video del blogger Claudio Messora (www.byoblu.com) diventato in questi mesi il massimo “esperto” italiano del tema e uno dei divulgatori più attivi.
[youtube http://www.youtube.com/watch?v=yAg9tqv4LbM]
La reazione dei mercati alla notizia della decisione greca è stata, come prevedibile, molto positiva ed ha avuto riflessi immediati sull’ormai notissimo indice chiamato Spread, indice che misura la differenza di rendimento tra i Bund tedeschi e i BTP (titoli di stato) italiani, sceso oggi sotto quota 300. Non accadeva dallo scorso mese di marzo.
Certo, anche voi rimpiangerete l’economia reale, quella con cui quotidianamente dobbiamo tutti fare i conti, ma questa è l’attualità… e conviene decisamente impegnare un po’ di tempo per documentarsi e capire.
Commenti riguardo il post