La decisione, presa dal governo greco di Antonis Samaras, rientra nell’ambito del piano per il risanamento dell’economia concordato con i creditori internazionali della Troika (Fmi, Ue e Bce). Ad annunciare la notizia è stato il portavoce Simos Kedikoglou, il quale ha affermato che “ERT (Ellinikí Radiofonía Tileórasi, ndr) é il tipico caso di dispendio inutile di soldi pubblici” aggiungendo in un secondo momento che la tv pubblica non è stata chiusa solo per motivi economici, ma anche per il modo in cui operava, per la sua struttura disfunzionale e per la cattiva gestione.
Intanto, quasi 2800 lavoratori saranno messi in cassa integrazione come stabilito nei piani del governo e proprio in queste ore divampa la loro protesta, appoggiata da sindacati e partner della coalizione. Il portavoce del governo ha precisato che l’emittente riaprirà più avanti con una struttura diversa ma non sarà più di proprietà dello stato e sarà finanziata tramite un canone di abbonamento. Gli attuali dipendenti dell’Ert potranno presentare la loro candidatura alla nuova struttura privata che prenderà il posto di quella pubblica.
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