Pietro Grasso sarà candidato del Partito Democratico, più precisamente sarà capolista per il Senato nella circoscrizione Lombardia.
Per il Procuratore Nazionale Antimafia non è il primo contatto con la politica, ma sicuramente è una scelta di campo forte, una di quelle che inevitabilmente alimenta discussioni.
La candidatura di Pietro Grasso era nell’aria da tempo, anche se non era ben chiaro né per quale ruolo e nemmeno per quale schieramento. A inizio 2012 aveva dichiarato, in una intervista: “Io in politica? Mai dire mai”. Quanto allo schieramento Grasso aveva fornito indicazioni che oggi generano stupore, aveva infatti dichiarato di non essere interessato “a un’eventuale esperienza politica sotto forma di schieramento con un partito, cosa che è estranea al mio ruolo, alla mia funzione e alla mia cultura” bensì a una “lista civica nazionale”.
In seguito era stato contattato anche dagli esponenti PD Cracolici e Lumia, nonché dall’Idv Leoluca Orlando per una eventuale candidatura a sindaco di Palermo.
Pietro Grasso tuttavia, lo scorso 12 maggio in una intervista a La Zanzara, aveva espresso forte apprezzamento anche per Berlusconi, dichiarando che il suo governo avrebbe meritato un premio per l’impegno dimostrato nella legislazione del sequestro dei beni ai mafiosi.
La figura di Grasso risulta comunque legata, in qualche modo, a quella dell’ex premier Berlusconi. Pietro Grasso, ai tempi capo della Procura della Repubblica di Palermo, è stato infatti nominato Procuratore Nazionale Antimafia l’11 ottobre 2005, subentrando a Pier Luigi Vigna.
In quei giorni tuttavia, approvando un emendamento ad hoc alla Riforma Castelli della Giustizia (varata dal Governo Berlusconi III) presentato dal senatore Luigi Bobbio (Alleanza Nazionale), venne riformulato il limite d’età per la candidabilità alla carica di Procuratore Nazionale Antimafia, escludendo di fatto dalla competizione Gian Carlo Caselli, che era accreditato come il candidato più forte.
Il provvedimento legislativo fu in seguito dichiarato illegittimo dalla Corte Costituzionale, ma ormai i giochi erano fatti.
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