Il nuovo Governo francese é stato composto ieri 16 maggio.
Arriva il nuovo Governo: tra elezione del nuovo presidente della Repubblica e elezioni legislative in giugno non c’è un attimo di tregua, in campagna e nelle istituzioni.
Ieri sera dopo le 19h, é stata annunciata la formazione del nuovo governo in Francia.
Con Jean Marc Ayrault, primo ministro del governo, la nuova equipe formata da 34 ministri: 17 uomini e 17 donne si ritrova oggi per il primo consiglio dei ministri.
Onore al merito al governo stakanovista, che incurante del giorno festivo, si mette al lavoro.
Oggi infatti nella laicissima Francia è un giorno di vacanza, il giovedì dell’Ascensione, inizio tra l’altro, oltr’alpe, di uno degli usuali ponti del mese di maggio.
Strade intasate, prevede Bison futé ( che annuncia la situazione del traffico), ma a intasarlo non ci saranno i ministri del nuovo governo.
Oggi primo consiglio per discutere di quelle misure che François Hollande ha promesso durante la campagna.
Tra i primi dossier su cui ministri, con o senza portafoglio lavoreranno è un’entrata in materia diretta con un effettivo taglio alle spese (e alle entrate nei portafogli che stanno in tasca), 30% in meno sugli stipendi dei ministri.
Per il capo dello stato e il suo primo ministro si passerà da 20.000 a 14.000 euro al mese.
Atto e taglio soprattutto simbolici perché alla fine il risparmio totale non sarà certo miracoloso per riempire le, rovinosamente vuote, casse dello stato…ma tutto contribuisce, anche le piccole economie.
Nessuna forma di risparmio va disdegnata, l’importante è che si continui in questo senso in forma sostanziale.
Tra le figure di spicco: vecchie presenze come Laurent Fabius, nuovo ministro degli Esteri e Pierre Moscovici che si occuperà delle Finanze.
Grande assente Martine Aubry, che a quanto si dice, non avendo ricevuto la desiderata postazione a Matignon, e quindi la carica di primo ministro, ha rifiutato qualsiasi altro ministero (si parlava della cultura)per rimanere segretaria del partito e occuparsi delle elezioni legislative che avranno luogo tra meno di un mese.
Certo che, da possibile candidata alle presidenziali un anno fa, a possibile primo ministro una settimana fa, a ancora possibile ministro un giorno fa e il “nulla” c’è una bella differenza.
Ma stamani alla radio Martine Aubry ha voluto smorzare critiche, commenti acidi che circolavano e ha dichiarato che tutti e tre (lei con il Presidente e primo Ministro) hanno convenuto, che, date le circostanze, il posto dove lei sarebbe stata più utile era alla testa del PS, per condurre la campagna per le legislative.
Insomma ha voluto giocare la carta della pace , pacificazione e appagamento (che non si sa quanto paghi o appaghi)
17 donne numero pari di ministri tra uomini e donne.
Parità numerica: c’è la forma ma un po’ meno di sostanza.
I posti più importanti sono tutti declinati al maschile.
Eccezion fatta per il ministero della giustizia che è stato offerto a Christiane Toubira (assistita con delega da Delphine Batho).
Christiane Toubira, portavoce di Francois Hollande durante la campagna elettorale, non è iscritta al PS, indipendente di sinistra, incontrollabile come dicono, lei compresa, che lo rivendica, sostenendo però di essere controllata dalla propria coscienza.
Deputato della Guyana dal 1993, deputata europea dal 1994 al 1999 e candidata alle elezioni presidenziali nel 2002, ha legato il suo nome alla legge del maggio 2001 sulla schiavitù.
Colei che per tanti socialisti rimane una delle responsabili della disfatta di Josepin alle presidenziali del 2002, avendo allora raccolto il 2,32% di voti ( tutti voti in meno per Josepin che fu eliminato al 1°turno, favorendo così il passaggio al 2° turno per Jean Marie Le Pen del F.N.).
Tra i volti nuovi, ministri che non hanno mai seduto prima d’ora al governo, e sono tanti, ritroviamo Manuel Vals (uno dei candidati alle primarie socialiste come candidato per la presidenza della repubblica) ora ministro degli Interni e Aurelie Filippetti, laureata in lettere e titolare di un’aggregation en lettres, politica, romanziera, di origine italiana,nipote di un nonno emigrante venuto in Francia a lavorare nelle miniere della Mosella, è diventata ministro della cultura e della comunicazione.
Ottima scelta, pensando alle sue origini… da un paese in cui la cultura non manca e quanto alla comunicazione, posso affermare che sa comunicare benissimo. Ai meeting di Hollande riscaldava la sala e devo ammettere che lo sapeva fare con calore, trasmettendo un ottimo messaggio di donna giovane, intelligente, comunicativa.
E ora …Governo al lavoro!
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