Governo Bersani, il rebus e le divisioni che agitano il Partito Democratico
Il rebus del nuovo Governo agita il centrosinistra. Dopo una vittoria elettorale che sotto molti aspetti sa di sconfitta, la coalizione guidata da Pierluigi Bersani sta cercando di comporre i pezzi di una nuova guida per il Paese. Missione impossibile?
Il presunto dialogo con il MoVimento 5 Stelle, di fatto, non c’è mai stato. La lista di Beppe Grillo, vera rivelazione delle recenti elezioni, non ha mai fatto mistero di non voler scendere a patti con nessuno. Né del resto c’è mai stata una vera volontà del PD ad una apertura verso il M5S.
Gli otto punti di Bersani toccano infatti solo di striscio le proposte dei 5 stelle e il presunto “dialogo” tra le due maggiori forze politiche italiane va avanti da giorni a forza di reciproche bordate mediatiche, un modo certamente bizzarro di “dialogare”.
Sullo sfondo dunque, come prevedibile fin da prima le elezioni, si staglia l’ipotesi di un governo di larghe intese che, sebbene limitato nel tempo e nel programma (legge elettorale e qualche iniziativa di emergenza su lavoro e occupazione), porti l’Italia a nuove elezioni a giugno o comunque entro la fine del 2013.
Il Partito Democratico appare al momento diviso tra i fedelissimi del segretario Pierluigi Bersani, che sta giocando la partita politica decisiva per la sua carriera e i sostenitori di Matteo Renzi, che già lavorano alacremente per una possibile successione alla guida del partito e, Grillo permettendo, del futuro Governo.
Dopo le dichiarazioni del renziano Graziano Delrio, sindaco di Reggio Emilia e presidente dell’ANCI, che ha sostenuto l’esigenza (tra l’altro rinnovata anche ieri dal Presidente Giorgio Napolitano) di una grande coalizione con il PDL, le ultime ore sono state un antipasto della resa dei conti che coinvolgerà il Partito Democratico nei prossimi mesi.
Pierluigi Bersani sembra intenzionato a tirare dritto, correndo il grande rischio di andare a sbattere contro un muro. Matteo Renzi attende e intanto si propone come uomo del dialogo sia all’interno del suo partito (con la telefonata di ieri sera a Bersani), sia fuori. Sarà il copione dei prossimi mesi della politica italiana, lato centrosinistra (destra).
Per il momento l’unica certezza è che l’ultima parola spetta, come previsto dalla Costituzione, a Giorgio Napolitano. Se il tentativo di Pierluigi Bersani di formare un nuovo governo fallisse si aprirebbero strade forse impensabili…ma questa è un’altra storia.
AGGIORNAMENTO: Matteo Renzi ha deciso di disertare la Direzione del Partito Democratico convocata per questa sera, ufficialmente per precedenti impegni da Sindaco di Firenze
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