Su La repubblica del 10 marzo, chiunque può vedere online un articolo con un appello pubblico degli intellettuali italiani al Movimento 5 Stelle affinchè ceda a dare la fiducia al Pd. Ecco fatto. Molto semplice.
GovernoSu La repubblica del 10 marzo, chiunque può vedere online un articolo con un appello pubblico degli intellettuali italiani al Movimento 5 Stelle affinchè ceda a dare la fiducia al Pd. Ecco fatto. Molto semplice. Peccato che si vada a toccare la linfa che scorre nel M5S, la coerenza. Peccato che si vada a toccare l’intento del Pd, guidare il governo. E senza neanche citare altre forze politiche, rimaste isolate. Bastano questi due assunti a scatenare la bagarre. Ed è chiaro il perché. Non tanto questioni di potere quanto più visioni che si affermano nella realtà e realtà che diventano visionarie. In mezzo c’è la transizione da un mondo noto ad un nuovo mondo, nella visione del movimento. Mentre per il Pd è una questione di aver perso le elezioni e formare comunque un governo.
Da Saviano a Jovanotti, con Benigni e Serra. Questi i promotori, come sappiamo, hanno poi aderito altri nomi di intellettuali noti in Italia, forse anche all’estero. E nel chiederlo “gentilmente” e “ad alta voce” è difficile comprendere quale sia l’atteggiamento reale. Nella realtà c’è il dato di fatto che il Pd non ha numeri sufficienti a governare. Ovvero nessun partito li ha e neanche il Movimento. Quest’ultimo forse il meno preoccupato di prendere le redini del potere ma più occupato, sembrerebbe, a cercare soluzioni pratiche agli annosi problemi italiani. I due scenari potrebbero apparire così: il più fantascientifico sarebbe che il Pd ottiene la fiducia del M5S, forma un governo che non può reggere se non sui punti del programma dello stesso Movimento. Come lo stesso Grillo ha detto più volte. Che chiamiamo il Delicato Governo, in quanto rischia di cadare appena esce fuori dal seminato. L’altra ipotesi vede un governo dimissionario con coda lunga fino a prossime elezioni. E Parlamento attivo a legiferare per la riforma della legge elettorale.
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