Governo o non governo? Nell’Italia appena reduce da una durissima campagna elettorale e dalle prime elezioni invernali della sua storia, a una settimana dal voto la situazione politica appare ancora in alto mare. A causa della Legge Elettorale infatti nessuno dei gruppi parlamentari ha la maggioranza assoluta dei seggi in entrambe le Camere. Il Partito Democratico, accreditato qualche mese fa di una facile vittoria, alla fine l’ha spuntata di un soffio sul centrodestra di Berlusconi e sul MoVimento 5 Stelle.
Proprio al movimento politico ispirato da Beppe Grillo, il PD chiede ora l’appoggio parlamentare necessario a far partire un nuovo governo. La risposta negativa del M5S, ribadita in tutte le salse, non lascia scampo a Pierluigi Bersani.
Il PD, del resto, dopo aver governato insieme a PDL e UDC per oltre un anno a sostegno del Governo Monti, ora rifiuta categoricamente ogni nuova ipotesi di “governissimo”.
Restano dunque solo due possibili strade:
1) il varo di un governo di minoranza, con i voti di centrosinistra ed, eventualmente, dei montiani;
2) la prorogatio del Governo Monti;
Questa seconda ipotesi, in particolare, merita qualche spiegazione. Occorre infatti puntualizzare alcune delle “regole” stabilite dalla nostra Costituzione. Dopo le dimissioni del premier Mario Monti il suo governo è tuttavia rimasto in carica per lo svolgimento delle questioni di ordinaria amministrazione. Tale sistema si chiama prorogatio, espressione latina che indica appunto una proroga della durata del Governo.
Stante l’impossibilità di nuove elezioni subito (il presidente Napolitano non può sciogliere le camere negli ultimi sei mesi di mandato) potrebbe dunque essere ulteriormente prorogato il mandato di Monti, che non avrebbe tuttavia nessun potere effettivo, ma potrebbe fare solo l’ordinaria amministrazione. Nel frattempo sarebbe il Parlamento ad avere il ruolo centrale (come stabilito dalla Costituzione). In questi mesi dunque il Parlamento dovrebbe varare le leggi e le riforme di cui l’Italia ha grande bisogno.
Solo allora, una volta eletto un nuovo Presidente della Repubblica, potremmo tornare alle urne. Con una nuova legge elettorale, s’intende. Appare infatti chiaro infatti che, sebbene sia prerogativa esclusiva del Parlamento quella di fare le leggi, l’Italia non può comunque rimanere a lungo senza un Governo.
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