Fukushima: sono passati due anni dal cataclisma che causò le fughe radioattive dalla centrale nucleare
Fukushima: fotografia satellitare del 16 marzo 2011Fukushima due anni dopo: cosa è cambiato. Rischi per la salute, ritorno al nucleare e vittime dimenticate.
Fukushima – Erano le 14:46 (ora locale) dell’ 11 marzo 2011 quando la terra ha cominciato a tremare e non ha smesso per sei lunghissimi minuti. A questo spaventoso terremoto di magnitudo 9 è seguito uno tsunami con onde alte anche 15 metri che hanno danneggiato gravemente la centrale nucleare di Fukushima Dai-ichi causando quello che viene oggi ricordato come il secondo disastro più grave al mondo, dopo quello di Chernobyl del 1986.
Un evento che ha scosso le coscienze se è vero che il 9 marzo, a Tokyo, un popolo così poco avvezzo alle manifestazioni di piazza come i giapponesi, molti cittadini hanno sfilato in piazza contro la riapertura delle centrali e contro il nucleare in generale. Per un paese come il Giappone, che tra la maggior parte del suo fabbisogno energetico da queste centrali, è un evento di una certa importanza.
L’OMS dopo due anni ha ridimensionato gli effetti negativi della catastrofe, anche se (come raccontavamo in un altro articolo), il suo rapporto ha attirato le polemiche di greepeace, secondo la quale il rapporto dell’OMS è influenzato dalle ingerenze della AIEA (Agenzia internazionale per l’energia atomica).
“ Ci sono piccoli incrementi proporzionali, il rischio aggiunto è molto piccolo e verrà nascosto da quello dovuto allo stile di vite e ad altre situazioni. Ha più peso non cominciare a fumare piuttosto che essere stato a Fukushima”, ha spiegato Richard Wakeford dell’ Università di Manchester, coautore del rapporto. Secondo il Time, il peggio è stato evitato sia grazie all’immediata evacuazione della città vicine alla centrale sia al bando al cibo proveniente da queste zone.
La reazione di Greenpeace la conosciamo: “Il rapporto dell’OMS riduce vergognosamente gli effetti dell’immediato rilascio di radiazioni dal disastro di Fukushima sulle persone che si trovavano entro 20 chilometri dalla centrale e che non sono stati in grado di lasciare tempestivamente l’area”, commenta in un comunicato stampa. “Il rapporto è chiaramente un documento politico mirato a proteggere l’industria nucleare e non un paper scientifico redatto con tenendo a mente la salute umana”. Tuttavia secondo il Time invece, l’Oms starebbe addirittura sovrastimando i rischi: “ Fukushima, nonostante tutto, non è stata nulla in confronto a Chernobyl”.
Anche secondo il governo giapponese il rapporto dell’Oms sovrastimerebbe i rischi e potrebbe inutilmente alimentare le già forti paure dei cittadini proprio quando il Primo Ministro, Shinzo Abe, ha annunciato la sua intenzione di riaprire e riattivare gli impianti nucleari che erano stati fermati all’indomani del disastro
Per chi ricorda, invece, dei 50 operai temerari che operarono nei giorni immediatamente successivi allo tsunami, per evitare che il disastro assumesse proporzioni ancora maggiori questi operai sono stati soprannominati i “Fukushima 50”. Continuano a rimanere in silenzio e possibilmente nell’anonimato: non c’è gratitudine da parte dei giapponesi per loro. Molti sono ancora sul libro paga di una delle aziende più odiate del Paese, con la quale sono identificati e con la quale si identificano, e per questo motivo sono vittime di ritorsioni e discriminazioni: diversi per esempio, racconta Bbc News, si sono visti rifiutare appartamenti in affitto.
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