NoTav, scontri e Proteste. Cosa sta alla base di tutto questo? Perchè il Treno ad Alta Velocità? Lo analizziamo in questo articolo.
Così recitava una battuta del comico genovese Maurizio Crozza, dove a Ballarò (Rai 3) illustrava le vicende del Treno Alta Velocità, noto ai più come TAV, tema che infiamma gli animi politici e non del nostro paese da un paio di settimane, nonostante il progetto iniziale sia targato 1991.
La tratta Torino – Lione fa parte del Corridoio Mediterraneo, una rete di trasporti ferroviari lunga 5000 km che vede ai due antipodi Spagna e Ungheria, ideata appunto per il trasporto veloce di persone e soprattutto merci.
Ma qual è la causa di tutti questi scontri e problemi?
Secondo molti quotidiani, tutti i comuni direttamente interessati dalla tratta sono favorevoli, mentre solo alcune amministrazioni hanno ancora dei dubbi che riguardano però il passaggio della galleria a 50 metri di profondità. A scatenare invece le ire di manifestanti e residenti sono, oltre all’espropriazione e cantieri aperti solo sulla carta, i costi. Costi che potrebbero raggiungere nel corso degli anni i 23 miliardi di euro totali, quindi divisibili tra i due paesi, per un’opera che vedrebbe la luce a pieno regime solo nel 2035.
E qui viene a pesare il Fattore Italia. Un fattore che vede un’enorme sfiducia verso il nostro paese, dove corruzione e illegalità dilagano, e che quindi porta a pensare che un’opera del genere possa tradursi effettivamente in un ammasso di cantieri e gallerie destinate all’oblio. Ponte Sullo Stretto docet. Pensiero che poi non fa fatica a tradursi in realtà, quando basta accendere la tv per vedere quante strutture nuove e inutilizzate ci siano nel Bel Paese.
La risposta della politica.
Nonostante il nostro premier non voglia minimamente cedere di fronte alla possibilità che il Treno ad Alta Velocità non si faccia, quello che molti leader politici e personaggi di spicco nell’ambiente (come il sindaco di Napoli, o Don Luigi Ciotti dell’associazione Libera) si auspicano e gli auspicano, e come forse si sarebbe dovuto fare sin dall’inizio, è un colloquio diretto tra le parti, per capire bene le problematiche e soprattutto come risolverle. Intanto, nella prossima settimana, è prevista una ulteriore protesta, questa volta da parte dei sindaci, che vogliono manifestare i disagi che l’occupazione No Tav sta creando alla vallata, come la mancanza di viveri e il danneggiamento del turismo.
Il fascino.
Una tratta ferroviaria come questa ha la possibilità di ridurre il traffico di merci su ruota del 30%, passando dall’attuale 74% al 45%, e di aumentare del 25% quello su rotaia, passando dal modesto 26% ad un ben migliore 55%. Senza poi contare i benefici riguardo al turismo ed al trasporto di persone.
Si dovrebbero invece auspicare controlli severi da parte dell’Unione Europea, in merito a tempi di costruzione, rispetto dell’ambiente e al lievitare improvviso dei costi, argomento che in questo paese ha sempre avuto una connotazione del tutto propria.
E poi, ammettiamolo, l’idea del tonno che viaggia a 300 km/h (Tonno Insuperabile, tanto per citare Crozza) nel paese delle auto sportive e da competizione ha un suo fascino!
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