La guerra é ricominciata all’UMP. Fine di una brevissima tregua. Ultimatum e negoziazioni chiuse
Il Feuilleton ricomincia
La notte ha portato scompiglio, piuttosto che consiglio e la tregua in atto da ieri tra François Fillon e Jean-François Copé si è frantumata e è durata ancor meno della fragile pace o meglio, sospensione di guerra, tra Israele e Palestina.
Ovvio che il paragone tra i due fatti non ha senso di esistere, associati unicamente dall’attualità del momento e dalla parola “tregua”.
Da una parte si parla di un dramma di due paesi, dall’altra di uno psicodramma, oramai vero feuilleton, specie di romanzone d’appendice, storia patetica, o, con un termine più di attualità, sorta di soap-opera, senza sponsor del “bianco più bianco” per togliere fango da tutta questa vicenda.
La mediatizzazione di questo caso che contrappone i due ex-candidati alla presidenza dell’UMP è assurta a livelli stratosferici e il tasso di saturazione raggiunto è vicino all’esplosione non solo per gli addetti ai lavori: deputati, politicanti e militanti ma anche per tutti gli altri, che devono subire mitragliate di notizie UMP tutta la giornata.
Nell’undicesimo giorno dal voto dei militanti, dopo più di ventiquattro ore di attesa per i risultati dello spoglio, annunci e contro annunci di vittoria ora da parte di Copé, ora di Fillon, proteste, contestazioni, odore di bruciato, sospetto d’imbrogli, brogli, nuovi conteggi con ricorsi a commissioni (non speciali ma..) di ricorso, a mediatori semplici (Alain Juppé) e speciali (Nicola Sarkozy), siamo di nuovo al punto di partenza.
Copé si attacca alla sua vittoria e non molla: i militanti gliela hanno concessa e guai a chi gliela tocca…un nuovo voto richiede lunghi tempi (statuto UMP docet)….e poi è tempo di mettersi al lavoro.
Fillon mette in dubbio la chiarezza e integrità delle elezioni e richiede un nuovo voto dei militanti e per forzare la situazione martedì annuncia la creazione di un nuovo gruppo parlamentare, indipendente e dissidente “Rassemblement-UMP” in seno all’Assemblea Nazionale.
L’ex presidente Sarkozy che in questi giorni caotici, ma anche prima del voto non si è trattenuto dal dispensare privatamente consigli a chi glieli chiedesse, senza peraltro scendere mai in campo, arrivato anche lui (a quanto raccontano) al limite della sopportazione davanti allo scempio che è stato fatto del suo partito si mette in azione e riesce a convincere i due contendenti a un incontro, avvenuto martedì pomeriggio.
Un accordo sembra infine trovato con un’intesa per un referendum da proporre ai militanti UMP.
Referendum per sapere se sono favorevoli o contrari a una nuova elezione.
Un voto insomma per … votare!
Condizioni
Copé, frattanto, rimarrà presidente UMP fino al giorno del voto, Fillon rinuncerà al gruppo dissidente annunciato al mattino e ad agire legalmente per contestare le elezioni.
Il referendum non sarà, però, una manovra dilatoria, giusto per prendere tempo, di questo se ne vuole ben assicurare Fillon, così come il fatto che possieda criteri e garanzie di obbiettività.
The day after
Dopo una notte ristoratrice, l’alba si alza, il sipario pure su un nuovo atto del feuilleton e un nuovo velo scende sul maggior partito dell’opposizione al Governo.
Alle ore 7:00 appare la notizia che il gruppo dissidente è stato registrato sul Journal Official, è, cioè, ufficialmente nato.
Alle 7:45 Copé annuncia che essendo venuti a cadere i presupposti dell’accordo“les conditions ne sont pas reunies”, non ci sarà più nessun referendum interno al partito, e che la “ligne rouge a été franchie” la linea rossa è stata varcata.
Insomma, per lui, la mossa di Fillon è una dichiarazione di guerra.
E mentre dallo schieramento Fillon si precisa che un gruppo parlamentare sparisce in un tempo più rapido di quanto non ce ne voglia per crearlo, si ribadisce anche che ciò avverrà non appena trovato un accordo sulle modalità di un nuovo voto dei militanti.
Ma per il campo avverso non si può discutere fintanto che il gruppo dissidente sussiste… e se i pro-Fillon vogliono portare il caso in giustizia…che lo facciano!
Ma l’arma del “gruppo dissidente”, da Copé considerata “un ricatto”, per Fillon è la sua arma per negoziare, e non vuole rinunciarvi fintanto che non è certo della contropartita.
Un ultimatum di Copé con scadenza alle ore 15 ingiunge la dissoluzione del gruppo, mentre intanto fiumi d’inchiostro colano, voci si levano da tutte le parti, anche quelle di un gruppo di non allineati UMP, Natalie Kosciusko-Morizet in testa, che chiede a Fillon di rinunciare al suo gruppo chiedendo contemporaneamente un “comitato di saggi” per il referendum interno al partito.
Salviamo l’unità del partito! Ma il soldato UMP partito in guerra non sa più da che parte andare, né da quale parte sparare!
È il caos totale!
L’ultimatum è scaduto. Copé ritiene il caso chiuso, le negoziazioni concluse con un nulla di fatto e si prepara a mettersi al lavoro come presidente del partito o almeno di quello che rimane del partito…ma cosa sia restato é meno facile da capire.
Partito in crisi
L’UMP il principale (fino a quando???) partito di opposizione di destra appare come un coccio rotto, i cui pezzi saranno in ogni caso difficilmente rincollabili o rincollati, comunque vadano le cose.
E anche ricostruito, che attendibilità rimarrà ai due contendenti, le cui quotazioni di popolarità stanno scendendo considerevolmente in seno al partito e nella Francia intera? (I due oltre a contendersi la presidenza del partito, mirano anche alla presidenza del paese nel 2017.)
Ultima ciliegina le perdite finanziarie, perché l’abbandono di militanti(c’é chi esasperato é andato a restituire la tessera) ridurrà le entrate dell’UMP, il finanziamento del partito risentirà di possibili scissioni, defezioni e partenze, tutto questo da aggiungere alle perdite già subite con la sconfitta alle legislative che ha già drasticamente ridotto le finanze del partito.
Crisi finanziaria, crisi morale, crisi da overdose mediatica.
Non so proprio cosa possano a questo punto fare in casa UMP per tirarsi fuori da questo tormentone….
Io per salvarmi posso solo spengere la radio!
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