“Come un gufo tra le rovine”, è il titolo del libro di Filippo Ceccarelli ,giornalista de la Repubblica. L’autore è presente, in compagnia dell’illustre collega Vittorio Zucconi, che lo stimola e lo intervista.
Festival Internazionale del GiornalismoIl volume è il racconto minuzioso di avvenimenti di attualità, di cui sono protagonisti personaggi pubblici della scena nazionale. Zucconi si sofferma prima sul paradosso del sindaco di Roma Alemanno, tamponato da un cittadino cinese clandestino, poi sui ben due episodi in cui, la neo senatrice Alessandra Mussolini cade con le ruote della sua auto in una voragine apertasi in una strada della capitale. Tali episodi sono il nesso tra la farsa e la tragedia, secondo l’autore. E richiama alle “rovine fumanti” in cui l’aggettivo rappresenta lo spirito dello sghignazzo.
I due giornalisti si rimandano la battuta: “c’è una letteratura su Brunetta perché purtroppo c’è sempre Brunetta”. Poi Zucconi paragona Letta, nipote, allo sposo sull’altare, seguito dal padre della sposa imbarazzata che gli spiana la carabina dietro la schiena, mentre sale a celebrare il matrimonio di governo. Altra chicca è la narrazione della maglietta della signora Nicole Minetti con la scritta “senza T-shirt sono ancora meglio” e la risposta di un collega con altra scritta: “finchè non lo vedo non ci credo”. I toni sono quelli della commedia all’italiana. Non manca la menzione della Regione Lombardia per una ricerca sulla possibilità di sopravvivenza su marte. Sarebbe anche divertente se non fosse che l’Italia sta vivendo un momento di vera e propria tragedia. Si passa quindi al cine-panettone, come viene definito, con la narrazione di una indagine della magistratura su yatch di varia appartenenza in cui saltano fuori gli altarini. Nel senso proprio del termine. La visita di Gheddafi a Roma in tenda, l’ennesimo matrimonio di Flavio Briatore sono pure cine-panettone. E la domanda che rimbalza da Zucconi a Ceccarelli è: ma è la politica che imita il cinema o viceversa? Comunque sia questo è ciò che l’Italia riesce a produrre in tempi di crisi. Non un Obama, o un Franklin. La risposta italiana alla crisi è: “si nomini una commissione”.
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