Pare questo il modo più adatto per descrivere la giornata di oggi, 28 Ottobre, dove a Predappio si sono riunite più di 5mila persone per celebrare il 90esimo anniversario della marcia su Roma, che ai tempi segnò l’ascesa al potere del Partito nazionale fascista e del suo leader, Benito Mussolini.
I nostalgici di quest’epoca si sono radunati a Predappio, in Emilia Romagna, luogo di nascita e di sepoltura del duce, per ricordarlo ed onorarlo. Con loro era presente “Don” Giulio Maria Tam. Perché le virgolette? Perché è un personaggio tutto tranne che cattolico, caratteristica che già fu chiara a tutti quando nel 2004 affermò che la sua “non è una tonaca, ma una camicia nera, taglia XXL”, e dal momento che accanto al segno della croce non disdegna il saluto romano. Per chi ancora gli aveva voluto dare il beneficio del dubbio riguardo all’amore per la religione, ogni tentativo fallì quando egli stesso proclamò una messa per Mussolini ed intonò sul motivetto di “papaveri e papere” il suo motto “E adesso per gli islamici / adesso arriva il bello / Rosario e manganello! / Rosario e manganello!”
Ed anche ieri, al raduno a Predappio, “Don” Giulio Maria Tamha letto il rosario per i camerati e poi ha iniziato la sua ennesimo invettiva contro l’Islam e la politica italiana.
Francesco Billi, assessore alla cultura per il comune di Castrocaro Terme, spiega che “il turismo nostalgico non conosce crisi” e, in effetti, questo sembra confermato dal tutto esaurito registrato da alberghi e ristoranti di Predappio nel weekend della ricorrenza della marcia su Roma.
Il sindaco di Predappio, Giorgio Frassineti, ha affermato: “vorremmo non essere solo il luogo della celebrazione di questa ricorrenza: a Predappio dovremmo interrogarci sul perche’ una dittatura ha caratterizzato la storia del nostro Paese. Purtroppo sembra che al nostro piccolo comune sia affidato il peso di una responsabilità troppo grande”.
Da una parte, dunque, la folla di turistici nostalgici porta conseguenze positive per ristoranti ed alberghi, ma dall’altra parte, come spiega lo stesso Frassineti, “ogni anno i pullman portano centinaia di turisti che fanno una sfilata fino al cimitero portando una croce nera e inneggiando al fascismo. Puntualmente Predappio è alla ribalta delle cronache, per un’immagine che non le appartiene e che non vorrebbe far propria, ma noi siamo romagnoli e cerchiamo di essere tolleranti”.
Gastone Turci, invece, consigliere d’opposizione a Predappio e presidente della Pro Loco di Predappio Alta, ha un parere diverso rispetto a quello del Sindaco e non giudica negativamente la manifestazione, finchè aiuta l’economia della città. Egli infatti afferma che “Una volta si verificavano scontri ed episodi violenti e per questo i cittadini di Predappio, soprattutto i piu’ anziani, vivevano con un certo malessere l’anniversario. Adesso che gli scontri non ci sono piu’ da tempo, ci siamo abituati e, anzi, bisognerebbe avere un po’ più di rispetto per i soldi che portano, anche se temporaneamente, all’economia locale”.
Per ribadire i diversi punti di vista, è utile sottolineare un ulteriore commento del sindaco Frassineti: “’A Predappio i negozi di souvenir sono pochi e non abbiamo tutti questi ristoranti. La gente verrebbe lo stesso anche senza queste manifestazioni che, anzi, ostacolano un turismo più attento alla storia, più consapevole e lontano dalle controversie politiche. Siamo il luogo adatto per studiare il fascismo. Polemiche ed esposizione mediatica dimostrano che i conti con la storia noi italiani non li abbiamo ancora fatti. Oltretutto, la nostra e’ una zona meravigliosa e durante tutto l’anno facciamo approfondimenti sulla storia del ‘900: non siamo solo il paese del duce”.
Questa, invece, è la dichiarazione di uno di quei turisti nostalgici che ha preso parte alla commemorazione: “Siamo convinti più che mai. Veniamo sulla tomba di colui che ci ha dato civiltà, onore, rispetto e orgoglio. Deve essere un esempio e sostegno per ritornare a quelle origini altrimenti siamo nello sfascio totale”.
Ma in pratica in cosa consiste la commemorazione?
Una visita veloce alla villa in cui è nato il duce a Carpena, a pochi chilometri da Forlì; una foto ricordo nelle stanze con l’arredo lasciato da donna Rachele; il corteo con le bandiere tricolore, i simboli fascisti e i saluti romani; il rosario farcito di discorsi filo-razzisti del padre spirituale “Don” Giulio Maria Tam; e l’omaggio alla tomba del duce.
Insomma potrebbe trattarsi di una visita educativa per capire parte della storia italiana, storia, però, che dovrebbe insegnare qualcosa, lezione che non pare sia stata appresa da tutti quei nostalgici che non vivono l’anniversario come una commemorazione del passato, ma come un auspicio per il futuro.
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