Una ricerca ha dimostrato che gli anziani che usano facebook riescono a combattere la solitudine e ad ampliare le loro capacità cognitive.
La Facebook mania è pervasiva: tutti hanno un account sul social network e tutti cercano un appiglio nel mondo blu di Mark Zuckerberg. Nessuno ne è escluso, neanche in base all’età. Secondo uno studio dell’università dell’Arizona, Facebook farebbe bene anche a chi entra nella soglia della terza età, agli over 65. La ricerca, presentata all’annuale congresso dell’International Neuropsychological Society ha mostrato gli effetti benefici del social network sulle persone oltre i 65 anni, che presentano una migliore abilità cognitiva grazie all’effetto positivo derivante dalla presenza di un gruppo di riferimento virtuale.
Il gruppo è uno degli elementi basilari nella vita dell’uomo, in quanto “animale sociale”. Gli ultrasessantacinquenni trarrebbero quindi soddisfacimento nel confrontarsi virtualmente con i loro pari, riuscendo ad abbattere spettri come isolamento e solitudine. La responsabile della ricerca Janelle Wohltmann, psicologa, ha affermato che gli anziani che usano Facebook hanno delle capacità cognitive più elevate del 25% rispetto ai loro coetanei che conducno una socializzazione più “classica”. Il gruppo di sperimentazione della ricerca, non ancora ultimata, è composto da quarantadue adulti tra i 68 e i 91 anni che non avevano mai avuto nessun approccio con il social network. I partecipanti hanno dovuto postare qualcosa in bacheca almeno una volta al giorno e hanno tratto beneficio a livello cognitivo ed emotivo.
Lo scopo della ricerca non è ovviamente quello di favorire un’iscrizione di massa degli anziani ai social network, ma è quello di trovare nuovi éscamotage che possano risultare utili nell’allenamento del cervello, riducendo l’invecchiamento cerebrale e aumentando le previsioni di vita.
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