A quanto pare potrebbe esserci un dopo Edward Snowden e il suo nome è Andrew Ledvina, un ex dipendente di Facebook che si occupava dell’analisi dei dati e studiava il comportamento degli utenti.
Nel 2013 ci fu l’esplosione del caso Datagate, ad opera di Edward Snowden che rivelò al grande pubblico l’intensivo programma di spionaggio condotto dalla NSA, ora nel 2014 potrebbe esserci un nuovo caso simile. Recentemente i portavoce del social network blu hanno rivelato di aver alterato il numero di post di contenuto sia positivo che negativo, una sorta di manipolazione delle emozioni che ha interessato circa 700 mila utenti.
Il problema è che questi circa 700 mila utenti erano ignari di questo esperimento e quindi la scoperta di questa notizia ha suscitato molta rabbia, ma Facebook ha sostenuto di aver agito in buona fede e che questi studi sono stati usati per migliorare i prodotti offerti. Potrebbe trattarsi si un caso isolato, ma Andrew Ledvina, in un intervista rilasciata al Wall Street Journal, ha dichiarato che l’azienda Facebook ha condotto moltissimi esperimenti di questo genere, che qualsiasi membro può condurli e che addirittura, all’interno dell’azienda, esiste una sezione apposita.
Facebook si è giustificata dicendo che tali esperimenti avevano uno scopo ben preciso ovvero aumentare le misure di sicurezza anti-frode e inoltre, in seguito all’esperimento condotto sulle emozioni degli utenti, sono stati imposti dei parametri più ferrei per questo tipo di esperimenti e infine questi esperimenti, prima di essere approvati, vengono vagliati da una commessione composta da 50 membri interni, i cui nomi sono segreti.
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