Pagina Facebook cestinata…e lui attacca in giustizia.
La storia di un utilizzatore, iscritto a facebook che si é visto disattivare la pagina senza che una ragione ben precisa gli fosse fornita.
Un utente di Facebook, come tanti altri a quanto pare, privato senza una spiegazione della sua pagina, ma lui, Sebastien, un basco, giurista di formazione, non ha lasciato che gli fossero messi i piedi in testa…e la sua pagina nel cestino.
Utilizzatore e iscritto su Facebook dal 2007, un utilizzo classico e apolitico, come riporta il suo avvocato Julien Claudel, ma la pagina in 2010 viene eliminata dagli amministratori senza che alcuna ragione sia fornita all’interessato
Sarebbe stato “segnalato” da un altro utente, ma chi sia costui e soprattutto quale sia la motivazione della cancellazione sono rimaste informazioni sconosciute.
Sebastien decide di ricorrere al CNIL (commissione nazionale dell’informatica e delle libertà) che gli indica un espediente per iscriversi di nuovo su Facebook ( la nuova pagina però sarà come la precedente disattivata, questa volta nel giro di dieci giorni).
Sebastien inoltre prende la decisione di ricorrere alle vie legali e si rivolge quindi al tribunale competente a lui più vicino, quello di Bayonne .
Una prima decisione gli è contraria.
Gli è infatti notificato che in base a una clausola del contratto validato al momento dell’iscrizione allo spazio Facebook, solo i tribunali della California sono competenti in caso di disaccordo.
Sebastien non si smonta e riparte all’attacco.
Lo scorso 23 marzo il tribunale di Pau gli da invece ragione.
I magistrati infatti decretano che la clausola di Facebook che attribuisce la competenza a un tribunale californiano è talmente “annegata” tra altre clausole per giunta non numerate e in più a caratteri difficilmente leggibili che tale clausola può essere considerata come “inesistente,” ragion per cui ne consegue che un tribunale francese è assolutamente competente per risolvere il litigio.
L’avvocato Claudel inoltre si rallegra che la corte stimi, contrariamente a quanto sostiene la società Facebook, che il rapporto Facebook – utente non sia di natura gratuita.
La gratuità apparente del servizio Facebook è infatti controbilanciata dal fatto che Facebook possa trattare e utilizzare i dati personali degli utenti iscritti.
In breve gli utenti non hanno il servizio gratis, sono consumatori che pagano, un pagamento con i propri dati.
I dati personali sono considerati una fonte importante del finanziamento delle attività di Facebook.
Attenzione dunque a unire il termine gratuito dell’iscrizione alla cancellazione arbitraria di una pagina.
La compagnia ora dispone di quattro mesi, se lo decide, per andare in cassazione, ma i progetti di face book sono per il momento sconosciuti e l’avvocato della società, sollecitato dal quotidiano francese Le figaro ( che riporta la notizia) non risponde e “rinvia la palla”a un altro indirizzo internet.
Riuscirà Sebastien a vincere contro Facebook ?
Facebook avrà la meglio?
La decisione della giustizia francese farà favorevole a Sebastien o a Facebook?
Difficile dirlo, ma se Sebastien vincesse, Facebook dovrebbe reintegrare le sue due pagine, pagare una multa e i 3.000 euro di danni e interessi richiesti dal giovane basco.
E chiaramente la minuscola breccia giuridica che si è aperta può dare idee, ispirazioni e autorizzare altri utenti radiati a fare causa…e la breccia potrebbe diventare una falla.
In periodo di centenario del Titanic, viene da chiedersi se anche Facebook non abbia incontrato la punta dell’iceberg?
Commenti riguardo il post