La Camera dei Deputati ha appena approvato nel pomeriggio di oggi una mozione di maggioranza, firmata dai capigruppo del PD Roberto Speranza e del PDL Renato Brunetta, con cui ha cercato di bypassare, ancora una volta, un tema spinosissimo: l’acquisto dei caccia bombardieri F35.
Dopo le inevitabili ironie sul clamoroso autogol mediatico del tweet di Francesco Boccia, deputato PD e fedelissimo di Enrico Letta (oltre che marito del Ministro dell’Agricoltura – del PDL – Nunzia De Girolamo) secondo cui gli F35 sarebbero in realtà elicotteri da usare per spengere incendi e salvare vite umane (almeno così il tweet è stato interpretato da molti follower del politico pugliese), arriva dunque una megatoppa della maggioranza di larghe intese messa in grossa difficoltà dalla mozione di SEL, appoggiata dal MoVimento 5 Stelle, sulla cancellazione dell’acquisto dei caccia F35.
F35: ancora un rinvio, ancora un’occasione persa
La cancellazione dell’acquisto avrebbe permesso di far risparmiare alle casse dello Stato circa 14 miliardi di euro subito (più altri soldi a medio-lungo termine, per un “totale” che raggiungerebbe circa 53 miliardi). Soldi che avrebbero ampiamente coperto il mancato gettito IMU ed evitato il temutissimo aumento dell’IVA dal 21% al 22%.
Il Governo Letta e la sua maggioranza hanno però deciso di rinviare su tutte e tre le questioni. L’IMU sulle prime case è stata posticipata a settembre, l’aumento dell’IVA a ottobre, il via libera all’acquisto dei caccia F35 ad una “ulteriore verifica” parlamentare.
Enrico Letta dunque, dopo oltre due mesi di lavoro, sta caratterizzando la propria azione di governo all’insegna dei rinvii, tanto da subire forti critiche e qualche “rivincita” da parte dell’opposizione, come ben dimostrato dall’intervento del deputato Riccardo Nuti che, parafrasando un vecchio invito alla collaborazione dello stesso Premier, ha invitato Letta a “scongelarsi”.
Nel frattempo, ovviamente con la motivazione della mancanza di risorse economiche (!) è stata bocciata in Senato la mozione del MoVimento 5 Stelle (VEDI TESTO) sull’introduzione, anche in Italia, del Reddito di Cittadinanza. Una misura economica che avrebbe potuto dare respiro a molti disoccupati, esodati, giovani.
La crescita? Più facile con gli F35…
Difficile trovare una logica nelle scelte operate nelle ultime settimane ed in particolare negli ultimi due giorni dalle forze politiche di maggioranza. Se tuttavia allarghiamo lo scenario forse ci renderemo conto che una logica, per quanto ardita, c’è: la crescita.
Ne avrete certamente sentito parlare a ripetizione negli ultimi mesi. E’ stato il mantra di tutte le forze politiche di maggioranza (PD, PDL, Scelta Civica) e anche di parte dell’opposizione. Uniche voci fuori dal coro, al momento, il MoVimento 5 Stelle e una parte di SEL.
La crescita economica, secondo la maggior parte delle forze politiche, sarebbe la soluzione alla crisi. Più crescita = più benessere = più occupazione. Questa l’equazione proposta. Equazione che, tuttavia, non è detto che rispecchi la realtà.
Il tema richiederebbe una lunghissima trattazione, ma chiaramente non è questa la sede adatta. Limitiamoci, per ora, ad alcuni esempi e ad alcuni concetti chiave:
1) Cosa è la crescita economica? Per crescita economica si intende l’aumento del PIL, il Prodotto Interno Lordo;
2) Cosa è il PIL? Il PIL è un indice monetario che misura, sommandoli, tutti i contributi che concorrono alla produzione di merci. Tutti i contributi sono registrati con il segno “+”, anche quelli che tendenzialmente considereremmo “negativi”.
3) Un esempio di come cresce il PIL. Una casa mal costruita, che consuma molta energia, provoca notevoli consumi in carburante per riscaldamento e condizionamento, rendendo necessaria una produzione maggiore di energia (magari prevalentemente da fonti fossili), causando a sua volta maggiore inquinamento, peggiorando le condizioni generali dell’ambiente e della salute, aumentando i costi sanitari e incrementando persino la mortalità. Tutte queste operazioni portano a far crescere notevolmente il PIL, attraverso i “contributi” dei produttori di energia, dei tecnici che devono intervenire più spesso per riparare impianti mal costruiti, degli ospedali che devono ospitare un maggior numero di pazienti e infine – nel peggiore dei casi s’intende – dell’impresa di pompe funebri che provvede all’ultimo viaggio. Nel calcolo del PIL tutti questi fattori vengono considerati con il segno positivo! Ecco, forse ora iniziate a capire perché non si investe davvero sull’efficienza energetica degli edifici. Questo è solo uno dei mille esempi che si potrebbero fare e che già nel 1968 Robert Kennedy enunciò in un discorso che ha fatto la storia (VIDEO).
4) Che c’entra questo con gli F35? Spendere 14 miliardi subito per una spesa militare farebbe crescere, eccome, il PIL. Investire tale somma sulla prevenzione dei dissesti idrogeologici come proposto nella mozione di SEL e MoVimento 5 Stelle farebbe invece crescere molto meno il PIL (se non addirittura farlo decrescere) rispetto a quello che sarebbe il contributo alla crescita portato dall’intervento della Protezione Civile e alla “ricostruzione” a disastro già avvenuto. Cultura della crescita e cultura della prevenzione non sono esattamente compatibili.
5) E allora? Domani Enrico Letta si presenterà a un nuovo vertice europeo in cui si ribadirà per l’ennesima volta il concetto di “crescita” come soluzione alla crisi. Enrico Letta ha promesso che si batterà soprattutto per l’occupazione giovanile… Peccato che, la storia lo insegna, crescita (almeno il modello di crescita attualmente accettato) e occupazione non siano facilmente conciliabili.
Il tema necessita ovviamente di molto approfondimento, e quindi – come già detto – non si può certo esaurire in un solo articolo. L’invito, per tutti, è di informarsi su cosa sia veramente la tanto decantata “crescita”, su cosa sia la cosiddetta “decrescita felice” (da non confondere assolutamente con la recessione) e su quali siano le sue conseguenze sull’occupazione, soprattutto su quella giovanile.
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