Sembra sia stato un accumulo di gas in una torre che fornisce energia ad uno dei grattacieli di Città del Messico ad aver procovato l’esplosione alle 4 del pomeriggio (le 23 in Italia) che ha provocato almeno 25 morti e ferito altre 100 persone, ma le cifre non sono ancora definitive. L’edificio coinvolto è la sede della Pemex, colosso petrolifero di proprietà statale, alto 211 metri che, immediatamente dopo l’esplosione è stato evacuato. Le squadre di soccorso stanno tentando di salvare alcune persone che, sembra, siano rimaste intrappolate tra le macerie.
Le autorità, per voce del Ministro dell’Interno Miguel Angel Osorio Chong, escludono la possibilità che si sia trattato di un attentato o di un sabotaggio mentre tramite Twitter, l’azienda ha precisato che l’incidente ha riguardato l’edificio “B2 del centro amministrativo” della compagnia, nel quale lavorano migliaia di persone.
Il grattacielo è situato in un’area commerciale densamente abitata ed al loro arrivo, i media locali, hanno subito registrato immagini di macerie al piano terra con persone ferite e sotto shock uscire dall’edificio. Assieme ai mezzi di terra, i soccorsi si sono avvalsi anche dell’intervento di 4 elicotteri che hanno avuto modo di constatare che tre dei 54 piani dell’edificio, hanno subito danni gravissimi a seguito della deflagrazione.
Non è la prima volta che la Pemex si trova al centro di vicende di questa portata, negli ultimi anni è stata colpita da diversi gravi incidenti l’ultimo dei quali a settembre, quando 30 persone rimasero uccise dall’esplosione in un impianto di estrazione di gas naturale situato a nord del Messico.
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