Erasmus, nulla da fare il Governo non è riuscito a trovare la soluzione per permettere il diritto di voto agli studenti residenti all’Estero
Erasmus un bel progetto della comunità europea che permette ai giovani di studiare e di perfezionare i propri studi all’estero in un paese della Comunità Europea. Purtroppo però alla chiusura ed allo scioglimento delle Camere, si sono dimenticati di fare una legge che permettesse loro di votare nel Paese dove risiedevano per studi ed ecco che, ormai, nonostante si sia cercato di trovare in questi giorni una soluzione, ecco arrivare la temuta rinuncia.
Rinuncia al voto per ben 26.000 ragazzi del progetto Erasmus che avrebbero avuto il diritto di esercitare il loro voto nei vari Consolati ma … che volete, siamo in Italia, non c’è da aggiungere altro.
Il Consiglio dei Ministri che si era riunito in questi ultimi giorni ha comunicato che non è stata potuta trovaqre una soluzione per via di:
“difficoltà insuperabili: anzitutto di tempo e di praticabilità e, soprattutto, di costituzionalità nel selezionare unicamente gli studenti Erasmus, escludendo tutti gli altri soggetti che si trovano all’estero per ragioni di studio, ma senza una borsa Erasmus, come nuova categoria di elettori temporanei. La discrezionalità di scelta che eserciterebbe il Consiglio con questa decisione contrasta con i principi di partecipazione democratica, eguaglianza ed effettività del diritto di voto previsti dalla Costituzione”.
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Resta ancora da capire se, la seconda ipotesi alternativa è ancora valida. Tale proposta posta in alternativa dal voto in loco era stata lanciata dal ministro , Francesco Profumo e consisteva in un provvedimento per garantire il 70% di sconto sui biglietti aerei per permettere agli studenti di tornare a casa in tempo per votare.
La consolazione? La consolazione della serie:”del senno di poi ne son piene le fosse” sarebbe, quella, ovvia, che la prossima riforma elettorale tenga in debita considerazione le esigenze dei giovani del Progetto Erasmus, ed eventuali progetti affini, temporaneamente all’estero per ragioni di studio e di lavoro.
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