“Siamo gatti, beati noi” cantava Samuele Bersani nella colonna sonora del film per bambini “La gabbianella e il gatto”, tenera favola tratta da un racconto di Luis Sepulveda. Bella la vita dei gatti vero? Da oggi però sappiamo che c’è una similitudine in più, oltre a quelle che già conosciamo tra questi splendidi felini e l’uomo.
Non è una similitudine particolarmente gradevole, ma guardiamo il lato positivo: attraverso lo studio dei gatti potremmo fare delle scoperte scientifiche importanti per la salute dell’uomo, con particolare riferimento a una malattia che da sempre ha stimolato la ricerca, senza tuttavia arrivare mai a una conclusione definitiva.
Si tratta dell’epilessia. Uno studio dell’Università di Vienna infatti rivela che uomini e gatti hanno le stesse reazioni di fronte a un attacco epilettico. Akos Pakodzy e gli altri ricercatori austriaci hanno isolato una forma di epilessia felina particolarmente significativa, determinata da una reazione immunitaria non correttamente incanalata che provoca nei teneri felini spasmi dei muscoli del viso, sguardo fisso e difficoltà nella masticazione.
Tale forma di epilessia sarebbe molto diffusa tra i gatti e avrebbe notevoli analogie con una forma di epilessia umana: l’encefalite limbica.
Lo studio è pubblicato sul Journal of Veterinary Internal Medicine (Suspected Limbic Encephalitis and Seizure in Cats Associated with Voltage-Gated Potassium Channel (VGKC) Complex Antibody (pages 212–214) A. Pakozdy, P. Halasz, A. Klang, J. Bauer, M. Leschnik, A. Tichy, J.G. Thalhammer, B. Lang and A. Vincent ).
Grazie ai gatti potremmo dunque svelare misteri millenari. Fin dalla remota antichità infatti l’uomo si è sempre posto domande sulle cause dell’epilessia. Trattandosi di una malattia che colpisce il cervello, fin dall’antichità, l’epilessia è stata considerata un morbo speciale, diverso dagli altri. Ippocrate stesso la definiva “Malattia Sacra” e nell’immaginario collettivo era associata alla possessione demoniaca o, in antitesi, al tentativo degli Dei di lanciare messaggi agli umani attraverso i soggetti epilettici.
E se la risposta alle tante domande fosse da ricercare nella melodia delle fusa feline?
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