Andranno al voto oltre 5,4 catalani: Mas è tornato a chiedere “una maggioranza eccezionale” necessaria per soddisfare la spinta indipendentistica. Nonostante il suo partito vincerà probabilmente le elezioni, si trova comunque lontano dalla maggioranza assoluta.
Domani tutti i catalani sono chiamati alle urne per rinnovare il loro parlamento regionale con 135 deputati: queste saranno le elezioni più importanti della storia di questa comunità dalla caduta del franchismo. Per la prima volta, infatti, il governo regionale sta sostenendo apertamente l’ipotesi di un’indipendenza di questa regione dal resto della Spagna.
Artur Mas, leader del partito nazionalista di centro-destra “Convergencia i Uniò” (CiU) ha promesso, in caso di vittoria, un referendum per l’indipendenza, nonostante il governo nazionale di Madrid lo abbia vietato dichiarandolo anti-costituzionale.
Mas è stato criticato dall’opposizione di esaltare il tema dell’indipendenza, pur non potendo far nulla a riguardo, solo per distogliere l’attenzione degli elettori dai tagli ai servizi pubblici che sono stati fatti seguendo le direttive di austerity di Madrid e Bruxelles ma, nonostante queste accuse, Mas è comunque riuscito ad indire le elezioni anticipate dopo che lo scorso 11 se4ttembre più di un milione di persone ha sfilato pacificamente a Barcellona per sostenere l’indipendenza catalana.
La speranza di Artur Mas è che il suo partito ottenga la maggioranza assoluta, in modo da dimostrare all’opposizione con un segnale forte come la pensano gli elettori catalani. Ciò nonostante, i sondaggi vedono il CiU in netta vittoria, ma senza la maggioranza assoluta.
Sono dati in forte crescita anche diversi partiti, sempre indipendentisti, ma di estrema sinistra, tra cui Esquerra Republicana de Catalunya (Erc) e Iniciativa-Verds. Sono in crisi, invece, i socialisti catalani, emanazione del PSOE, che propongono un sistema federale e che, in questa elezione, potrebbe scivolare addirittura al quarto posto.
A quanto pare, dunque, si potrebbe raggiungere la percentuale necessaria per una coalizione pro-referendum, anche senza la maggioranza assoluta, dal momento che i partiti nazionalisti di destra e di estrema sinistra chiedono tutti l’indipendenza!
Nell’intenzione di Mas, il processo referendario inizierebbe già a Gennaio. A Madrid, però, il governo di Mariano Rajoy (del Partido Popular, di destra) ha dichiarato che userà ogni mezzo per impedire la consultazione, poiché sarebbe contro la costituzione: questa dichiarazione non ha fatto altro che risvegliare i sentimenti regionalisti dei catalani, che non mancano di far notare come Cameron, in Gran Bretagna, diversamente dalle intenzioni di Rajoy in Spagna, abbia accettato di fare un referendum sull’indipendenza della Scozia nel 2014.
Non ci sono dubbi che, se venisse eletto Mas, con o senza maggioranza assoluta, la catalogna vedrebbe un chiaro segnale di speranza per ottenere l’indipendenza e le proteste contro il governo centrale di Madrid si faranno più dure. Riusciranno a farsi concedere il referendum?
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