Le formazioni politiche che vedono sempre meno di buon occhio la permanenza dei propri Paesi nell’Euro continuano a riscuotere successo in tutto il continente. Anche in Italia. Il dibattito sul tema, va detto, nel nostro Paese non riempie certo le tribune dei talk show (con l’unica eccezione de “La Gabbia” di Gianluigi Paragone su La7), ma sarà probabilmente uno dei temi centrali della campagna elettorale appena iniziata che porterà i paesi dell’Unione Europea all’appuntamento con le Elezioni per il Parlamento Europeo del prossimo maggio 2014.
L’austerità della Troika e la crescita dei movimenti anti-Euro
Le politiche di austerità imposte dalla Troika (Unione Europea, Banca Centrale Europea, Fondo Monetario Internazionale) hanno indebolito anche le convinzioni più granitiche dei fautori della moneta unica. La crescita del malcontento verso l’Euro segue di pari passo la situazione economica dei singoli paesi: non è un caso che nella ricca Germania le formazioni politiche ostili alla moneta unica siano attestate sotto il 5%, mentre nei Paesi in cui maggiormente si sente il “peso” della crisi esse raggiungano risultati ben maggiori.
Non esiste tuttavia, né sembra possibile una sua costituzione, un’unica aggregazione politica in grado di convogliare in un solo gruppo parlamentare a Strasburgo le varie formazioni No-Euro nei vari Paesi. Tali forze politiche infatti, pur condividendo il tema della forte critica all’Euro e alle politiche economiche della Troika, presentano tra loro divergenze enormi su altre fondamentali tematiche.
Improbabile dunque la costituzione di una maggioranza anti-Euro nel Parlamento Europeo, ma la prospettiva di una massiccia presenza di europarlamentari scettici sulla moneta unica, sebbene divisi in molti gruppi, appare assolutamente realistica.
Il Front National di Marie Le Pen è accreditato da quasi tutti i sondaggi come il primo partito francese e il Partito Liberale di Geert Wijlders appare in forte crescita in Olanda. Su posizioni fortemente euroscettiche si pone anche l’UKIP di Nigel Farage in Gran Bretagna.
E in Italia? Dal palco del V Day di Genova, Beppe Grillo è tornato a chiedere un referendum nazionale sulla permanenza nell’Euro, facendo chiaramente capire le sue idee fortemente critiche verso l’attuale moneta unica. Posizioni critiche sono state recentemente espresse anche dal centrodestra.
Graniticamente a sostegno della moneta unica restano invece le formazioni di centrosinistra, PD in testa. Affermare tuttavia che l’euroscetticismo sia una ideologia di destra, mentre la difesa dell’Euro debba necessariamente collocarsi a sinistra appare del tutto ingiustificato, almeno in Italia. Se il PD infatti sembra orientato alla sua difesa ad oltranza, i principali economisti a sostenere l’opzione di uscita del nostro Paese dalla moneta unica provengono proprio, idealmente, da quell’area di sinistra cui teoricamente proprio il PD dovrebbe far riferimento.
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