Risultati assolutamente imprevedibili quelli delle Elezioni 2013. Molti si aspettavano un netto successo del centrosinistra alla Camera e un Senato governabile attraverso un allargamento della coalizione guidata da Bersani ai centristi di Mario Monti.
Questo affermavano i sondaggi e questo affermavano persino gli instant poll. In meno di un paio d’ore, con l’arrivo dei primi risultati effettivi sulle sezioni scrutinate e con le prime proiezioni sul voto nazionale, le previsioni sono state letteralmente spazzate via.
Il Centrosinistra si posiziona avanti di un soffio sul centrodestra di un Berlusconi letteralmente resuscitato nelle urne. Subito alle spalle delle due coalizioni il MoVimento 5 Stelle di Beppe Grillo che sfiora il 25%, superando ogni previsione ed attestandosi come prima forza politica (senza liste coalizzate) del paese.
Tracollo invece per i centristi di Mario Monti che si fermano intorno al 10%. Nella coalizione montiana la lista del Professore, “Scelta Civica”, cannibalizza UDC e Fli, ridotte ai minimi termini. L’UDC di Pierferdinando Casini si ferma all’1,8% e il partito di Gianfranco Fini scompare. Il presidente della Camera resterà dunque clamorosamente fuori dal Parlamento!
Grande delusione anche per la sinistra di Antonio Ingroia che, anziché drenare voti a SEL e M5S, viene da loro letteralmente risucchiata. Esce dunque dal Parlamento Antonio Di Pietro e restano fuori, per la seconda volta consecutiva, i comunisti.
Problemi serissimi di governabilità all’orizzonte dunque. Alla Camera il Centrosinistra, pur ottenendo pochissimi voti più del centrodestra, ottiene il premio di maggioranza del 55% dei seggi.
Situazione più difficile al Senato dove i premi di maggioranza sono attribuiti su base regionale. Il centrosinistra ottiene 120 seggi, centrodestra 117, MoVimento 5 Stelle 54, Monti 18. Per governare servono 158 senatori, quindi l’ipotizzata alleanza post-elettorale tra PD, Sel e Monti non sarà sufficiente, assommando solo 136 seggi. Anche nel caso in cui conquistassero tutti i 6 seggi della circoscrizione estero e contando ovviamente il voto del senatore a vita Mario Monti dunque l’ipotetica coalizione raggiungerebbe 143 seggi.
L’unico scenario possibile, al momento, pare quello di una riedizione della grande coalizione tra PD, PDL e Monti. Resterà da vedere cosa vorranno fare i senatori di Lega Nord e Sel, finora dichiaratisi contrari ad un’alleanza simile.
Impossibile costituzionalmente un nuovo voto nell’immediato. Il Presidente della Repubblica è infatti ormai entrato nel cosiddetto “semestre bianco”, cioè negli ultimi sei mesi di mandato. La Costituzione vieta al Presidente della Repubblica di sciogliere le Camere in questo periodo. Possibile a questo punto che Napolitano possa dimettersi in anticipo per accelerare la transizione.
Sarà dunque un parlamento fortemente diviso a dover eleggere il nuovo Capo dello Stato e a dover varare, necessariamente, una legge elettorale migliore dell’attuale Porcellum. Poi si tornerà a votare.
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