Alcune aziende come Whirpool decidono di investire in italia, altre come la svedese electrolux decidono di imporre condizioni proibitive.
C’è chi dall’Italia se ne vuole (come Electrolux) andare e chi come Whirpool decide di investirci. Eravamo rimasti stupiti pochi giorni fa alla notizia che pochi giorni fa titolava sulle maggiori testate giornalistiche, non ci aspettavamo che Whirpool decidesse di investire in Italia piuttosto che in Svezia. In Italia molti si sono chieste se le condizioni lavorative fossero cambiate, alcuni prospettavano anche l’ombra della ripresa, ma invece no. Nella giornata di ieri la multinazionale degli elettrodomestici decide di ricalcolare la propria presenza sul territorio italiano.
La multinazionale degli elettrodomestici ha presentato ieri un pesante ridimensionamento per i suoi 4 stabilimenti italiani di Susegana, Porcia, Solaro e Forlì. Secondo quello che hanno raccontano i sindacati dopo la riunione che si è tenuta a Mestre la situazione è tesa. Infatti i dirigenti di Electrolux hanno prospettato un massiccio taglio industriale, la loro proposta per rimanere competitivi in Italia è quella di abbassare il compenso salariale del 40%, e addirittura del 80% per quanto riguarda i premi aziendali di 2700€ annui. inoltre se vorranno rimanere all’interno dell’azienda gli operai di Electrolux dovranno rinunciare alle pause alle assemblee sindacali. Inoltre si prospetta la chiusura dello stabilimento di Porcia in provincia di Pordenone. Tutti questi nuovi accordi sono stati presentati agli operai della casa svedese per cercare di diminuire il divario che c’è tra la mano d’opera Polacca e quella Italiana. In pratica per non perdere il loro posto di lavoro i dipendenti di Electrolux dovrebbero rinunciare al loro attuale stipendio medio di 1400€ per un misero stipendio di 700-800 euro mensili. Ricordiamo che la maggior parte della manodopera di questi stabilimenti è altamente specializzata. Quindi si prospettano settimane delicatissime per le migliaia di dipendenti, i sindacati chiedono l’aiuto del governo Letta e intanto annunciano una serie di durissimi scioperi per scongiurare il peggio. Si mobilita pure la governatrice del Friuli Debora Serrachiani per cercare di convocare le parti e trovare una soluzione di comune accordo.
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