Mentre molte persone hanno aspettato stamattina per scoprire il risultato delle elezioni presidenziali americane, circa 500 persone, tra la comunità americana a Milano e le autorità, hanno passato la scorsa notte al Museo della Permanente, in una election night organizzata dal consolato americano di Milano.
La serata si è aperta alle 9, con buffet, brindisi e presentazioni turistiche per promuovere le meraviglie americane.
L’emozione cresceva piano piano ed ha raggiunto l’apice quando si sono cantati i due inni, italiano e americano.
Successivamente ci sono stati gli interventi del Console americano a Milano, Kyle Scott, e dei rappresentanti degli enti politici sponsor della serata. È intervenuto Guido Podestà, Presidente della provincia di Milano, ma alla fine il suo discorso (rigorosamente in lingua italiana) non ha ricevuto molto consenso vista la frase di chiusura in cui ha affermato di voler troppo bene all’America da inorridire il pubblico con l’uso del suo inglese pessimo! Appena dopo, anche Stefano Boeri, assessore alla cultura presso il Comune di Milano, ha parlato in italiano con una gaffe sull’ex presidente Bush, pronunciato “Bash”. Insomma, quando si pensa che i politici italiani abbiano toccato il fondo con queste figuracce sulla loro evidente scarsa conoscenza delle lingue straniere, ecco che la situazione peggiora: si presenta Formigoni (Ex presidente della regione Lombardia), non sale sul palco, non saluta il pubblico, ma prende il console da parte per farsi fare le foto con lui e poi lascia la sala. Inutile dire quanto sia stato fischiato e contestato il suo comportamento! Difficile in un’occasione come questa non notare la differenza di professionalità tra i politici italiani ed il console americano.
I commenti sulla serata venivano twittati in tempo reale e trasmessi su un mega schermo nella sala principale, mezzo che ha permesso ancor più di notare le numerose contestazioni sul comportamento dei nostri politici.
Dopo questi interventi è stato il momento dei dibattiti, prima con collegamento con Chicago, dove era presente tra gli altri anche Beppe Severgnini, e poi con la Johns Hopkins University di Bologna. Sono stati momenti interessanti ed istruttivi, ma soprattutto di confronto sulle sensazioni che precedevano il momento cruciale dello spoglio dei voti.
Nel frattempo, verso mezzanotte e mezza, dopo l’arrivo dei gelati Ben & Jerrys che hanno reso felici grandi e piccini, la folla all’interno della Permanente ha cominciato a diminuire: in pochi sono stati recidivi e disposti ad aspettare le 6 del mattino! Le persone rimaste, nel frattempo, hanno anche cominciato a mostrare sempre più l‘orientamento politico, grazie alle spille distribuite del partito repubblicano (con simbolo di elefante) e del partito democratico (con simbolo di asino): la maggior parte della persone, oserei dire i 4/5, era pro-Obama!
La notte è proseguita lentamente con la diretta CNN che mostrava i risultati in tempo reale. All’inizio, come prevedibile, Romney era in netto vantaggio, poiché i primi seggi scrutinati sono quelli degli stati della costa est e degli stati del sud: da sempre, soprattutto questi ultimi, nettamente conservatori. Poi le soddisfazioni sono arrivate anche per Obama, con la conquista di Vermont, Maryland, Connecticut, Delaware, Massachusetts, Maine, Illinois, Rhode Island e District of Columbia. La situazione è proseguita testa a testa per parecchio tempo e in numerosi stati i due candidati erano 49 a 49, o vincevano per poche migliaia di voti.
Nel frattempo, per le persone presenti (e ormai assonnate) è stata organizzata una spaghettata: bellissima idea per celebrare la cultura italiana in una serata di festa americana.
Successivamente Romney ha preso Arkansas, Georgia, Tennessee, Louisiana, Texas, Wyoming, Mississippi, North Dakota, South Dakota e Nebraska, mentre Obama ha vinto nello stato di New York, Michigan e New Jersey. Per il presidente uscente si stava mettendo male, sopratutto visto il testa a testa in Florida e Ohio che non lasciava speranze: poi quando Romney ha preso lo Utah e Obama il New Hampshire, la situazione era ancora 158 grandi elettori per Romney e 147 per Obama.
Solo all’ultimo Obama ha preso California, Washington, Iowa e Hawaii grazie ai quali è andato in vantaggio sull’avversario.
E mentre per le persone presenti, stremate da ansia ed attesa, arrivavano brioches e muffins per la colazione, è arrivato anche il risultato dell’Ohio: ha vinto Obama ed è stato rieletto presidente!
La stanza si è riempita di coriandoli blu ed argentati e sono iniziati i veri festeggiamenti, con canzoni adatte a festeggiare il patriottismo americano (come “Born in the USA” di Bruce Springsteen, “Call me” di Blondie e “Get around” dei Beach Boys) e le sagome di cartone di Barack Obama e Joe Biden che venivano portate in trionfo!!
Insomma, la serata si è conclusa come una vera festa, perdendo ogni aspetto di formalità o quasi. Poter partecipare a questo evento è stata una vera fortuna ed un’emozione unica. È davvero un’esperienza che merita di essere fatta una volta nella vita!
E oggi, passati i giorni di sondaggi, exit polls, dibattiti, conventions, comizi e raduni, possiamo accogliere nuovamente il ri-eletto Presidente Barack Obama con il motto che si è più diffuso nelle ultime ore: “Once you go black, you never go back“!
Commenti riguardo il post