Una mattanza senza precedenti in Egitto che lascia sgomenti tutte le maggiori potenze mondiali e che può portare a scenari di guerra che nessuno vuole immaginare. La crisi che lentamente si sta dissolvendo potrebbe aggravarsi se il conflitto interno al paese non cessasse.
Il prezzo del petrolio è sempre vigilato, ma si sa che un suo aumento porterebbe a pesanti conseguenze sul piano dei conti degli stati che non hanno autonomia sul piano energetico. Anche gli egiziani presenti nel nostro paese guardano la TV giorno e notte , ansiosi di conoscere tutte le ultime informazioni; non vogliono la guerra civile e predicano la calma. Un paese come questo , con personalità di spicco a livello mondiale , con un elevato tasso di scolarizzazione , non merita la morte della democrazia. Gli estremisti islamici hanno tentato di cambiare la costituzione e introdurre anche qui come in altri paesi mediorientali la legge del Corano , ma il presidente Morsi eletto pochi mesi fa è stato destituito dopo le proteste di milioni di persone . Un’azione che ha portato al suo arresto e che ha scatenato l’ira proprio dei sostenitori di Morsi che ora gridano vendetta e danno fuoco a questure e chiese cristiane.
Le battaglie sono continue; l’esercito attacca moschee dove sono nascosti i leader delle fazioni e spara. La comunità internazionale sta richiamando tutte le autorità all’ordine e alla non violenza. La situazione però è fuori controllo e i militari dovranno fermare le proteste entro pochi giorni altrimenti ci saranno conseguenze e bagni di sangue ancora per molto tempo.
Il popolo arabo non è più nella sua primavera, ma in un autunno molto imprevedibile.
Articolo a cura di Andrea A.
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