La Nasa e l’Università di Boston hanno condotto una ricerca trentennale che dimostra le conseguenze dell’effetto serra nel nord di Paese, dove ha iniziato a crescere la vegetazione.
“Non ci sono più le mezze stagioni” rientra a pieno titolo tra le frasi ovvie e scontate che ognuno di noi ha pronunciato almeno una volta nella sua vita, dinanzi ad una primavera troppo fredda od un autunno molto mite. La frase è però diventata realtà in una parte del pianeta, precisamente al nord della Terra, e la colpa è di un nemico che l’ambiente e il suo equilibrio conoscono molto bene: l’effetto serra. Lo afferma un nuovo studio condotto dalla Nasa, condotto assieme al Dipartimento Terra e Ambiente della Boston University.
Si è infatti notato uno strano, per l’ambiente, aumento della crescita di vegetazione nelle latitudini più settentrionali del pianeta, uno sviluppo che non avrebbe dovuto manifestarsi alle consuete temperature. Gli scienziati hanno analizzato la correlazione esistente tra la crescita della vegetazione e la temperatura in aumento in un’area geografica che spazia dai 45 gradi di latitudine fino al mar glaciale artico. Una porzione di pianeta che, solitamente, è soggetta a temperature rigide che non permettono il proliferare della vegetazione. Eppure la flora inizia a svilupparsi, così come i ricercatori hanno avuto modo di analizzare nel corso dei 30 anni di ricerca, basandosi anche sulle rilevazioni pervenute dai satelliti. Secondo i dati, le temperature attorno al mar glaciale artico sono simili a quelle registrate nel 1982 nei territori meridionali. Ranga Myneni dell’Università di Boston ha affermato: “Nell’Artico del nord e nelle zone boreali, le caratteristiche delle stagioni stanno cambiando, portando a grandi disagi per le piante e i relativi ecosistemi”.
La diffusione dell’effetto serra.
I chilometri quadrati presi in esame dallo studio non sono esigui, anzi: sono ventisei milioni. Circa il 41% ha mostrato una crescita maggiore delle piante, circa nove milioni di chilometri quadrati. I dettagli dello studio sono stati resi possibili grazie ai satelliti, che hanno reso possibile la creazione di indici di analisi tramite i quali si potrà tenere sotto stretto controllo le variazioni circa la crescita della vegetazione nei prossimi anni a venire. In un pronostico, gli scienziati hanno affermato che questo effetto è al momento irreversibile e che se l’inquinamento dovesse continuare al ritmo odierno, si avrà uno spostamento di 20 gradi di latitudine entro la fine di questo secolo.
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